martedì 22 ottobre 2013

L'evoluzione delle idee, attraverso i sentieri delle probabilità.

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Due amici, in un parcheggio per automobili…
“Ma guarda un po’ quell’auto, ha alcune impronte bianche di zampa di gatto sul cofano; e sembrerebbe persino vernice! …non vorrei essere nei panni del proprietario di quell’auto; riverniciare il cofano gli costerà probabilmente oltre mille euro!”
“Guarda che le cose non stanno come pensi. Conosco il proprietario di quell’auto; quelle impronte sul cofano le ha dipinte lui di proposito, pensando di rendere più simpatica la sua vettura”.
"Però …non l’avrei mai detto. E quell’auto accanto, tutta a pallini rossi su vernice bianca, l’hai vista?...il proprietario dev’essere sicuramente una persona molto estroversa…”

“Conosco anche il proprietario di quell’auto. Sono stati due ragazzini dispettosi, due sere fa, durante la notte, a ridurgliela così”.
“Ma è incredibile questa coincidenza! In uno stesso parcheggio, vi sono le auto di due persone che conosci personalmente …e che ovviamente hai subito riconosciuto dalle loro strane caratteristiche!”
“Trovi? …io invece ritengo più incredibile il fatto che un proprietario dipinga sulla sua automobile, solo tre impronte di zampa di gatto …invece di ricoprirla interamente di tali impronte; come ritengo altresì incredibile che due ragazzini, durante la notte, siano stati in grado di compiere in breve tempo un lavoro così accurato e preciso, come tu stesso puoi osservare con i tuoi occhi”.
“E quindi, cosa vorresti dirmi, che mi hai mentito?”
“E su che cosa, ti avrei mentito? Sul fatto che conosco i proprietari delle automobili, o sulle strane caratteristiche estetiche  delle loro vetture? Che io ti abbia mentito oppure no, sul fatto che conosco i proprietari, inciderebbe in qualche modo sulle probabilità che io ti abbia mentito anche su tutto il resto?”
“Bè, se tu mi avessi mentito sul fatto che conosci i proprietari, molto probabilmente anche tutto il resto sarebbe solo frutto della tua fantasia!”
“Già …questo è ciò che la nostra mente ci induce a credere e che col tempo abbiamo imparato persino a quantificare, in termini di probabilità, attraverso le regole dell’inferenza bayesiana. Per gli esseri umani risulta sempre molto difficile credere che possano esistere delle “verità isolate”, che non siano a loro volta figlie di una verità “centrale” più grande ed omnicomprensiva; tutto dev’essere sempre giustificato da un rapporto di causa-effetto o perlomeno da supposte (dunque soggettive) analogie tra i vari oggetti, pensieri, osservazioni ed eventi che compongo il puzzle di un determinato contesto preso in considerazione (che per quanto vasto possa essere, dovrà pur sempre avere dei limiti). Nel presente quindi, debbono sempre figurare degli elementi che ci ricollegano inevitabilmente al passato; affinché il tutto abbia un’aria di credibilità e sia quindi accettabile ed utilizzabile come terreno per ulteriori indagini (a titolo d’esempio, basti pensare al fatto che nel campo dell’astronomia, ci vollero circa 1300 anni per passare dalle idee di Tolomeo a quelle di Copernico!). Ciò ovviamente non può far altro che rallentare ogni eventuale progresso lungo il nostro percorso evolutivo, in ogni ambito dell’attività umana. Ma è un bene che le cose stiano così, altrimenti sulla Terra regnerebbe il caos; sia nel mondo delle idee (in ambito scientifico, filosofico, politico, economico, etc.) che in quello pratico relativo alla vita quotidiana di ogni essere umano che si rapporti con i suoi simili, all’interno di una collettività. Un mondo pieno di gattini ciechi non gioverebbe proprio a nessuno, ma starebbe solo a simboleggiare, forse come monito per l’intera civiltà umana, che la strada verso un’estinzione prematura, se non stiamo bene attenti, potremmo iniziare a costruircela da soli …e probabilmente senza neppure accorgercene”.  

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