Lo studio ha permesso di scoprire galassie immerse nelle polveri stellari che occultano circa la metà della luce cosmica che proviene dalla stelle.
Dopo due anni di raccolta dati, sono stati resi noti i primi risultati del Balloon-borne Large-Aperture Sub-millimeter Telescope (BLAST), illustrati in un articolo sulla rivista “Nature”.Lo studio rivela che il fondo cosmico a raggi infrarossi, il cosiddetto (FIRB), ha origine da singole galassie distanti da noi tra 7 e 10 miliardi di anni luce. Il telescopio, realizzato grazie a un'ampia collaborazione guidata dall'Università della Pennsylvania, ha raccolto dati a partire dal 2006 a circa 40 chilometri di altezza sopra l'Antartide.La posizione del telescopio, al di sopra di una notevole parte dell'atmosfera terrestre, permette di osservare l'universo distante in un intervallo di lunghezze d'onda praticamente irraggiungibile da terra.Lo studio ha permesso di scoprire galassie immerse nelle polveri stellari che occultano circa la metà della luce cosmica che proviene dalla stelle.Nei tardi anni novanta, furono osservate le cosiddette galassie infrarosse ultra-luminose, in cui il tasso di formazione stellare appariva centinaia di volte superiore ai livelli constatati nel cosmo più vicino. Si ritiene che tali galassie, distanti 7-10 miliardi di anni luce, diano origine al FIRB, scoperto dal satellite COBE; fin dall'inizio, le misurazioni del fondo a infrarossi avevano mirato di individuare i singoli contributi alla radiazione. Lo studio BLAST combina le misurazioni ottenute dal telescopio nello spettro di lunghezze d'onda inferiori al millimetro con quelle ben più piccole dello Spitzer Space Telescope. I risultati confermerebbero che il fondo a infrarossi deriva da singole galassie distanti, risolvendo così una questione scientifica che dura da circa un decennio. (fc)
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