Fonte: Physics.aps.org
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I vapori
atomici raffreddati con i laser, possono essere foto-ionizzati per formare dei
plasmi a temperature fino a 1 kelvin. Ciò potrebbe consentire lo studio di
plasmi neutri molto particolari, con proprietà liquide e anche cristalline.
Il
plasma, il più comune stato della materia nell’universo, copre un’incredibile range di parametri, da una densità di 103
cm-3 e temperature di poche centinaia di kelvin nell’aurora
della ionosfera terrestre, fino ad una densità di 1027 cm-3
e una temperatura di 107 kelvin, nel nucleo del Sole. Con gli
strumenti di fisica atomica e le tecniche di raffreddamento laser, oggi è
possibile creare plasmi neutri, a temperature fino a 1 kelvin (dunque molto
basse; 1°K corrisponde a -272,15° C). Poter disporre di questo tipo di plasmi
in un laboratorio, può aiutarci a comprendere meglio gli interni dei grandi
pianeti e delle nane bianche, nonché a sondare nuovi stati della materia ed
effetti non ordinari liquido-cristallini, nei cosiddetti plasmi fortemente
accoppiati. I plasmi ultrafreddi sono stati creati in diversi sistemi atomici;
inclusi Xeno, Rubidio, Cesio, Stronzio, e Calcio (essenzialmente qualsiasi
atomo che può essere facilmente raffreddato con un laser e che abbia una
conveniente lunghezza d’onda laser per la fotoionizzazione. Mentre molti
esperimenti con i plasmi convenzionali (caldi) tendono a richiedere grandi
impianti, gli esperimenti con plasmi ultrafreddi assomigliano molto di più a
quelli di fisica atomica (fisica “da tavolo” con una piccola camera a vuoto e
vari strumenti laser); ed infatti vengono quasi sempre condotti da gruppi di
ricerca specializzati in fisica atomica.
A causa
della natura piuttosto delicata di questi plasmi (essi esistono a bassa
temperatura e contengono solo ioni; inoltre gli esperimenti con questi plasmi
debbono essere eseguiti con camere a vuoto), la maggior parte delle sonde
utilizzate nella fisica dei plasmi tradizionali (caldi), risultano essere
troppo invasive (ad esempio, degli elettrodi posti al centro del plasma; con i
plasmi ultrafreddi, questa strategia è troppo invasiva e non va bene). I
ricercatori nel campo dei plasmi ultrafreddi, misurano gli elettroni o gli ioni
che fuggono dal plasma (spontaneamente o in modo indotto), oppure utilizzano la
spettroscopia laser e tecniche di imaging,
per gli ioni con transizioni otticamente convenienti.
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