Fonte: ANSA Scienze
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Anche i supercomputer si stressano. Così accade che quando sono zeppi di lavoro, proprio come gli umani, avvertono la stanchezza, hanno problemi di memoria e di conseguenza rallentano i ritmi. Sono corsi in loro aiuto i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), realizzando un nuovo linguaggio di programmazione che premette una elaborazione dei dati quattro volte più veloce di quella realizzata con i linguaggi esistenti. I risultati sono stati più che incoraggianti.
Il nuovo linguaggio, chiamato Milk, è stato progettato per i computer paralleli, nei quali più server accedono a una grande quantità di memoria condivisa. L'hanno messo a punto i ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) del MIT, che l'hanno presentato questa settimana, in occasione della Conferenza internazionale su Architetture e Tecniche di Compilazione Parallela. I supercomputer si trovano ad amministrare una mole sempre più ingente di dati che non riescono più a gestire. E secondo i ricercatori del MIT è arrivato il momento di cambiare passo. Milk è in grado di facilitare il compito di questi super-elaboratori convertendo codici di alto livello in istruzioni semplificate per gestire poi meglio la memoria.
In sostanza questo nuovo linguaggio di programmazione consentirebbe agli sviluppatori di applicazioni di gestire la memoria in modo più efficiente. Nei test effettuati su diversi algoritmi comuni, i programmi scritti nella nuova lingua sono risultati quattro volte più veloci di quelle scritti nei linguaggi già esistenti. E i ricercatori del MIT hanno fatto sapere che non intendono fermarsi qui, perché ritengono che si possano ottenere risultati ben più soddisfacenti.