lunedì 5 dicembre 2016

Ripartita la caccia alle onde gravitazionali: Con rivelatori più potenti.

Fonte: ANSA Scienze
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E' ripartita la caccia alle onde gravitazionali, le 'vibrazioni' dello spaziotempo, la cui scoperta e' stata annunciata nel febbraio 2016. E' infatti tornato in azione il rivelatore americano Ligo, ulteriormente potenziato e pronto a mettersi in ascolto, e in primavera e' attesa la versione potenziata di Virgo, il rivelatore europeo che si trova in Italia, a Cascina (Pisa), frutto della collaborazione tra Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e Consiglio nazionale delle ricerche francese (Cnrs).

Costruiti nel 2004 e potenziati nel 2015, i rivelatori Ligo (Laser InterferometerGravitational-WaveObservatory) si trovano ad Handford, nello Stato di Washington, e a Livingston, nella Louisiana. Entrambi hanno ripreso a lavorare a pieno ritmo dal 30 novembre, dopo una lunga fase di aggiornamento tecnico, cominciata in gennaio.

I tecnici hanno testato varie configurazioni per cercare di migliorare ulteriormente le prestazioni di entrambi i rivelatori, che adesso sono finalmente pronti a partire per la seconda fase di raccolta dei dati. La prima, che aveva portato alla scoperta delle onde gravitazionali, era avvenuta fra settembre 2015 e gennaio 2016, con un miglioramento di sensibilita' di circa il 25%.

Ancora pochi mesi e alle osservazioni si unira' il rivelatore Virgo, che fa parte dell'Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego). "Tra poco diventera' operativo anche Virgo", ha detto all'ANSA Fulvio Ricci, portavoce della collaborazione Virgo, riferendosi alla versione avanzata del rivelatore (Advanced Virgo).

"La luce gia' 'circola' all'interno dello strumento - ha aggiunto - e siamo nella fase di messa a punto. Dobbiamo ancora lavorare ma l'obiettivo e' di essere operativi in primavera". Virgo e' tecnologicamente identico all'americano Ligo ma con dimensioni leggermente ridotte. "Virgo ha una sensibilita' minore - ha aggiunto Ricci - ma quando Ligo e Virgo lavoreranno insieme saranno in grado non solo di vedere le onde gravitazionali ma indicare con grande precisione da dove sono state generate". Un dato preziosissimo, che servira' per orientare i telescopi tradizionali e tentare di osservare anche in modo 'classico' lo stesso evento registrato dai rilevatori gravitazionali.

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