giovedì 29 novembre 2012

Ignazio Licata: "Il mondo è reale? Riflessioni sulle frontiere della fisica" - Video intervista.

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James Hartle e Stephen Hawking hanno ottenuto un'espressione per la "funzione d'onda dell'Universo" usando la tecnica dell'integrazione sui cammini. La funzione d'onda dell'Universo, considerata come funzione di tre variabili spaziali e di una temporale, è essenzialmente un elenco di tutte le possibili storie, classiche e non classiche, attraverso le quali l'Universo può essere pervenuto al suo stato attuale. Questo a sua volta consiste di tutte le particelle e di tutte le loro combinazioni logicamente possibili che possono esistere nello stadio attuale dell'Universo. Se si accetta l'interpretazione a molti mondi (MWI) della meccanica quantistica, come fanno Hartle e Hawking, tutte queste possibilità sono realmente esistenti. In altre parole, l'Universo, definito come tutto ciò che esiste, coincide con l'insieme di tutte le possibilità logicamente coerenti. Cos'altro potrebbe esservi? Vi sono inoltre forti indicazioni che la struttura matematica della meccanica quantistica richieda che tutte le possibilità distinguibili sul piano dell'osservazione esistano realmente. Più precisamente si può dimostrare che la funzione d'onda dell'Universo ha solo zeri isolati, se si ammette che sia un autostato dell'energia, come hanno fatto Hartle e Hawking, e se l'hamiltoniana dell'Universo è un operatore autoaggiunto. Ciò significa che, nel dominio di tutte le possibilità, la funzione d'onda è diversa da zero quasi ovunque. Ma è impossibile distinguere, operativamente, tra una funzione d'onda che non si annulla mai e una diversa da zero quasi ovunque. Se si dimostrasse che la struttura matematica della meccanica quantistica è logicamente necessaria, si avrebbe una prova che un unico Universo è logicamente possibile: quello in cui viviamo.

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