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Due amici, in un
parcheggio per automobili…
“Ma guarda un po’
quell’auto, ha alcune impronte bianche di zampa di gatto sul cofano; e
sembrerebbe persino vernice! …non vorrei essere nei panni del proprietario di
quell’auto; riverniciare il cofano gli costerà probabilmente oltre mille euro!”
“Guarda che le cose
non stanno come pensi. Conosco il proprietario di quell’auto; quelle impronte
sul cofano le ha dipinte lui di proposito, pensando di rendere più simpatica la
sua vettura”.
"Però …non l’avrei mai
detto. E quell’auto accanto, tutta a pallini rossi su vernice bianca, l’hai
vista?...il proprietario dev’essere sicuramente una persona molto estroversa…”
“Conosco anche il
proprietario di quell’auto. Sono stati due ragazzini dispettosi, due sere fa,
durante la notte, a ridurgliela così”.
“Ma è incredibile
questa coincidenza! In uno stesso parcheggio, vi sono le auto di due persone
che conosci personalmente …e che ovviamente hai subito riconosciuto dalle loro
strane caratteristiche!”
“Trovi? …io invece ritengo
più incredibile il fatto che un proprietario dipinga sulla sua automobile, solo
tre impronte di zampa di gatto …invece di ricoprirla interamente di tali
impronte; come ritengo altresì incredibile che due ragazzini, durante la notte,
siano stati in grado di compiere in breve tempo un lavoro così accurato e
preciso, come tu stesso puoi osservare con i tuoi occhi”.
“E quindi, cosa
vorresti dirmi, che mi hai mentito?”
“E su che cosa, ti
avrei mentito? Sul fatto che conosco i proprietari delle automobili, o sulle
strane caratteristiche estetiche delle
loro vetture? Che io ti abbia mentito oppure no, sul fatto che conosco i
proprietari, inciderebbe in qualche modo sulle probabilità che io ti abbia
mentito anche su tutto il resto?”
“Bè, se tu mi avessi
mentito sul fatto che conosci i proprietari, molto probabilmente anche tutto il
resto sarebbe solo frutto della tua fantasia!”
“Già …questo è ciò che
la nostra mente ci induce a credere e che col tempo abbiamo imparato persino a
quantificare, in termini di probabilità, attraverso le regole dell’inferenza
bayesiana. Per gli esseri umani risulta sempre molto difficile credere che
possano esistere delle “verità isolate”, che non siano a loro volta figlie di
una verità “centrale” più grande ed omnicomprensiva; tutto dev’essere sempre
giustificato da un rapporto di causa-effetto o perlomeno da supposte (dunque
soggettive) analogie tra i vari oggetti, pensieri, osservazioni ed eventi che
compongo il puzzle di un determinato contesto preso in considerazione (che per
quanto vasto possa essere, dovrà pur sempre avere dei limiti). Nel presente
quindi, debbono sempre figurare degli elementi che ci ricollegano
inevitabilmente al passato; affinché il tutto abbia un’aria di credibilità e
sia quindi accettabile ed utilizzabile come terreno per ulteriori indagini (a
titolo d’esempio, basti pensare al fatto che nel campo dell’astronomia, ci
vollero circa 1300 anni per passare dalle idee di Tolomeo a quelle di
Copernico!). Ciò ovviamente non può far altro che rallentare ogni eventuale
progresso lungo il nostro percorso evolutivo, in ogni ambito dell’attività
umana. Ma è un bene che le cose stiano così, altrimenti sulla Terra regnerebbe
il caos; sia nel mondo delle idee (in ambito scientifico, filosofico, politico,
economico, etc.) che in quello pratico relativo alla vita quotidiana di ogni
essere umano che si rapporti con i suoi simili, all’interno di una collettività.
Un mondo pieno di gattini ciechi non gioverebbe proprio a nessuno, ma starebbe
solo a simboleggiare, forse come monito per l’intera civiltà umana, che la
strada verso un’estinzione prematura, se non stiamo bene attenti, potremmo iniziare
a costruircela da soli …e probabilmente senza neppure accorgercene”.
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