----------------------
L’alieno lo prese per
mano e gli disse: “Vieni, non avere paura, ti accompagnerò in un’altra
dimensione”. L’essere umano accettò
l’invito e salì con l’alieno sull’astronave. Pochi istanti dopo si ritrovarono
entrambi in un posto incantevole, ma palesemente non terrestre. Scesero insieme
dalla nave spaziale e l’essere umano cominciò a guardarsi attorno, tentando di
toccare con le mani gli oggetti ad egli circostanti. Subito notò con grande stupore,
che le sue mani, così come il resto del suo corpo, passavano attraverso gli
oggetti come se questi fossero degli ologrammi, delle entità evanescenti; e
dunque non vi era modo di toccare o afferrare proprio nulla. L’umano a quel
punto si rivolse all’alieno: “Ma dove mi hai portato? Non capisco, com’è
possibile che io riesca a camminare, in un posto simile…” e iniziò a premere le
sue dita sulle sue braccia, per essere sicuro di avere ancora una “consistenza
solida”; dopo essersene accertato, esclamò: “Ma sono sempre lo stesso, la mia
consistenza non è cambiata! Ho ancora un corpo solido!...e allora come mai non
sprofondo?...la mia densità è molto più alta rispetto a tutto ciò che mi
circonda, è molto strano tutto ciò”. A quel punto
intervenne l’alieno: “Sprofondare? E in cosa o dove, dovresti sprofondare? Qui
non esiste la forza di gravità, ma solo la forza di volontà. Prova a pensare di
conficcare il tuo piede destro nel suolo su cui stai camminando”. L’essere umano provò a
fare ciò che gli era stato chiesto e ancora una volta con suo grande stupore,
scoprì che era possibile, solo con la propria forza del pensiero, continuare a
camminare su di un suolo evanescente, oppure immergervisi dentro! Ma ad un tratto l’alieno interruppe quel suo
stato mentale che oscillava costantemente tra la gioia, lo sconcerto e l’euforia,
rivolgendosi ad egli con le seguenti parole: “E se ora io ti dicessi che tu in
realtà sei morto e tutto ciò non è reale, mi crederesti?”. L’umano, quasi
stizzito e con tono deciso rispose: “Ma no ovviamente! Mi ci hai portato tu
qui; come faccio ad essere morto?”. Al che l’alieno
rispose: “E se invece ti avessi portato qui a tua insaputa, magari prelevandoti
nel cuore della notte, durante il sonno, e poi qui qualcuno ti avesse detto che
in realtà sei morto?”. L’umano si prese un attimo per riflettere e poi disse: “Bè,
non ci avrei creduto ugualmente e avrei
sicuramente pensato che stessi sognando. Però la cosa francamente mi spaventa, perché
quel sogno avrebbe potuto continuare per moltissimo tempo, e io non avrei mai potuto
accorgermi di nulla”. L’alieno abbozzò un sorriso e disse: “Già, non avresti
potuto mai accorgerti di nulla, a meno che io ad un certo punto, non ti avessi
riportato sulla Terra. Ma se ti fossi risvegliato lentamente nel letto in cui
dormi abitualmente, a cosa avresti creduto, ad un sogno, o ad un evento reale?”.
L’umano a tal punto si strinse nelle spalle e mestamente rispose: “Senza
alcun indizio su cui poter riflettere, probabilmente avrei pensato di essermi
finalmente risvegliato da un brutto sogno”.
Nessun commento:
Posta un commento