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È da millenni che il filosofi (e da qualche secolo anche i
fisici) cercano di dare una risposta a questa domanda “impossibile”: Perché l’Universo
al posto del nulla? …ovviamente senza alcun risultato apprezzabile. Riflettendo
su questa domanda impossibile, il mio pensiero è andato subito alle moderne
teorie sul Multiverso; e andando contro uno dei principi fondamentali della
fisica, ovvero che non possa esistere alcuno spazio vuoto di campo (persino il
vuoto quantistico non è realmente vuoto, ma è ricco di particelle virtuali), ho
voluto ipotizzare, nel Multiverso, l’esistenza di spazi vuoti di campo. È ovvio
che in un simile spazio, totalmente scevro dalla seppur minima quantità di
informazione, nessuna “entità pensante” in esso presente, potrebbe mai porsi la
domanda: “Perché qualcosa al posto del nulla?”; proprio perché la sua presenza/esistenza
non è ammissibile in un simile contesto della realtà. Ora, continuiamo a dare
per valida questa ipotesi iniziale (ovvero che nel Multiverso possano esistere
degli spazi vuoti di campo), e immaginiamo un’entità pensante posta proprio al
confine tra uno spaziotempo classico-ordinario (l’unico ammesso dalle leggi
della fisica) e uno spazio vuoto di campo (in cui neanche il concetto di tempo
ha più significato). Immaginiamo che questa entità pensante non si
autodistrugga immediatamente e possa invece continuare tranquillamente ad
esistere sul questa ipotetica linea di confine tra i due spazi considerati.
Egli in tale contesto osserverebbe sia uno spazio ricco di materia che uno
spazio assolutamente vuoto; per cui l’unica domanda che potrebbe porsi è la
seguente: “Perché l’Universo è formato sia da spazi vuoti di campo che da spazi
ricchi di informazione, materia ed energia?”. Ebbene la risposta che potrebbe
darsi anche da solo è la seguente: “Perché in una realtà senza confini,
infinità, ogni cosa ha sempre la sua controparte”. In base a tali premesse, alla domanda iniziale
(“perché l’Universo al posto del nulla”), io risponderei con un’altra domanda: “Da
dove si può trarre la certezza assoluta che vi sia sempre, in una realtà senza confini,
dunque infinita, 'qualcosa' invece del nulla?”.
Fausto Intilla - www.oloscience.com
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