Fonte: Gaianews.it
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Secondo un team di scienziati della University of Colorado Boulder l’utilizzo dell’idrogeno come fonte di energia non sarebbe poi così lontana. Il team ha infatti realizzato un sistema in grado di utilizzare la luce solare come fonte di energia per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno.Il metodo si avvale di una vasta gamma di specchi che concentrano la luce solare su un unico punto in cima a una torre centrale. Le temperature potrebbero salire ad un massimo di 1.350 gradi Celsius. L’energia sarebbe poi inviata ad un reattore che contiene ossidi di metallo, che, quando riscaldato, rilasciano atomi di ossigeno, secondo il rapporto sulla rivista Science.
Questo, a sua volta, porterebbe il materiale a cercare nuovi atomi di ossigeno. Quando viene aggiunto il vapore prodotto dall’acqua bollente nel contenitore del reattore, le molecole di ossigeno aderiscono all’ossido di metallo, liberando molecole di idrogeno che vengono raccolte come gas, dice lo studio.
“Abbiamo progettato qualcosa che è molto diverso da altri metodi e qualcosa a cui non era possibile pensare prima”, ha detto il professor Alan Weimer in un comunicato. Weimar è un membro del team che ha lavorato al progetto. “La divisione dell’acqua con la luce del sole è il Santo Graal di un’economia dell’idrogeno sostenibile.”
Anche se ci sono altri metodi per dividere l’acqua in idrogeno e ossigeno, gli scienziati della Boulder Colorado sostengono che il loro metodo sia unico perché le due reazioni chimiche possono essere fatte alla stessa temperatura.
“Gli approcci più convenzionali richiedono il controllo sia della commutazione della temperatura nel reattore da uno stato caldo a uno stato freddo, e poi l’introduzione di vapore nel sistema”, ha detto il professore associato Charles Musgrave. “Una delle grandi novità del nostro sistema è che non vi è alcuna oscillazione della temperatura. L’intero processo è guidato ruotando una valvola per attivare e disattivare il vapore”.
Con il nuovo metodo, la quantità di idrogeno prodotto per celle a combustibile o per il rimessaggio è interamente dipendente dalla quantità di ossido metallico – che si compone di una combinazione di ferro, cobalto, alluminio e ossigeno – e da quanto vapore viene introdotto nel sistema.
Nonostante i risultati, per la commercializzazione del prototipo si dovranno attendere ancora degli anni.
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