giovedì 6 novembre 2014

Ecco i primi 'fantasmi' creati in laboratorio: Un 'trucco' sensoriale che manda in tilt il cervello.

Fonte: ANSA Scienze 
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Ecco i primi 'fantasmi' creati in laboratorio: non si tratta di ectoplasmi ma di un esperimento che ha ricreato (in persone sane) la sensazione di una 'presenza'. A farlo è stato un gruppo di ricercatori del Politecnico (Epfl) di Losanna coordinato da Olaf Blanke, i cui risultati sono stati pubblicati su Current Biology, che ha scoperto il 'trucco' per ricreare questa sensazione usando uno speciale robot.

Sentire la presenza di 'fantasmi' è una sensazione che può capitare a chiunque, non si tratta però di veri fantasmi ma, secondo gli scienziati, semplicemente di una particolare illusione sensoriale: un'ipotesi difficile da dimostrare ma che i ricercatori svizzeri sono riusciti a tradurre in realtà. Lo studio nasce dalla ricerca dei meccanismi neurologici di 12 individui affetti da disturbi epilettici con allucinazioni e percezione di fantasmi. Secondo lo studio, il fenomeno sarebbe dovuto a un 'ritardo' nelle comunicazioni sensoriali e motorie che mandano temporaneamente in 'tilt' la rappresentazione del nostro corpo nello spazio, insinuando al cervello il 'dubbio' della possibile presenza di un altra persona.

Ad essere coinvolte sono 3 aree del cervello che elaborano le informazioni che arrivano dai vari sensi e creano così la percezione del proprio corpo. Partendo da questa scoperta i ricercatori hanno ideato un metodo per riprodurre questa 'dissonanza': i partecipanti (sani) dell'esperimento sono stati bendati ed è stato chiesto loro di compiere alcuni movimenti con le mani, alle loro spalle un braccio robotico ripeteva i movimenti in tempo reale toccando la schiena dei partecipanti. Ripetendo l'esperimento inserendo un ritardo tra il movimento delle mani e quello del robot, creando quindi una distorsione percettiva sia temporale che spaziale, i soggetti hanno avuto delle 'distorsioni' percettive. Percezione di 'presenze' e 'fantasmi': “per alcuni – ha spiegato Giulio Rognini, uno dei responsabili dello studio – la sensazione è stata talmente forte che hanno chiesto di concludere l'esperimento”. I risultati confermerebbero quindi che questo tipo di problema cognitivo sarebbe dovuto a un'alterazione, a livello cerebrale, della percezione del proprio corpo e potrebbe così aiutare allo sviluppo di nuove terapie per curare alcuni disturbi come l'epilessia.

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