giovedì 6 novembre 2014

Transistor di plastica stampabili in grado di rilevare patogeni nel sangue o nella saliva.

Fonte: Cordis 
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Un gruppo di ricercatori ha creato transistor di plastica stampabili che potrebbero essere in grado di identificare la patologia dalla quale si è affetti.
Le possibilità della stampa 3D sembrano infinite, dalle abitazioni al cioccolato e dai robot agli abiti da sera. Non abbiate però fretta di buttare via la vostra vecchia stampante a gettito di inchiostro, potrebbe un giorno servire a diagnosticare le vostre malattie!

I ricercatori dell'Istituto catalano di ricerca e studi avanzati (ICREA) e dell'Istituto Leibniz di ricerca sullo stato solido e i materiali, a Dresda, hanno creato transistor di plastica stampabili in grado di rilevare patogeni nel sangue o nella saliva. In futuro, potrebbero riuscire a identificare la patologia dalla quale siete affetti.

Il transistor riconosce le proteine biomarcatori delle malattie comuni, accendendosi solo quando le ha rilevate. New Scientist spiega che è possibile farlo con una stampate a gettito di inchiostro, usando uno speciale inchiostro nel quale è incorporato un anticorpo chiamato immunoglobulina G umana. "Questo anticorpo si lega agli antigeni di una serie di virus, batteri e funghi comuni. Quando una proteina si lega a un anticorpo, modifica le proprietà elettriche del transistor, alterando il livello di voltaggio al quale si accende". Il team ha detto a New Scientist che alla fine i medici potrebbero stampare un foglio dei dispositivi – ognuno contenente un diverso antigene della malattia – ed eseguire la diagnosi quasi istantaneamente.

L'Istituto catalano di nanoscienza e nanotecnologia (ICN) fa notare che un aspetto chiave della ricerca sta nel fatto che gli scienziati hanno studiato un'interessante alternativa ai TFT (silicio) inorganici, sostituendoli con TFT organici (OTFT). Questi offrono la possibilità di una produzione in massa usando la tradizionale tecnologia di stampa e funzionano con materiali a basso costo.

Tony Turner, direttore del centro per i biosensori e la bioelettronica dell'Università di Linköping in Svezia ha detto a New Scientists di essere rimasto colpito dalla prova di concetto, ma parla anche di potenziali ostacoli. "La tecnica associa la sofisticatezza di biosensori elettrochimici avanzati a una produzione semplice", spiega. "Le interferenze dovute a cambiamenti di pH nei campioni reali potrebbero costituire un problema, ma in generale la diagnostica mobile per la sanità, la sicurezza alimentare e il monitoraggio ambientale ha bisogno di questi sistemi di nuova generazione per la rilevazione a basso costo".

L'ICN osserva inoltre che numerosi problemi inerenti rimangono, soprattutto per quanto riguarda la stabilità a lungo termine e la mancanza di affidabilità.

Per ulteriori informazioni, visitare:
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/adfm.201401180/abstract

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