Fonte: Tomshw.it
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Le ultime ricerche in campo militare hanno portato allo sviluppo di una speciale sostanza effervescente che potrebbe fermare le emorragie e curare anche le ferite più profonde.
La ricerca militare ci ha spesso regalato – nel bene o nel male – numerose invenzioni che sono poi entrate nella vita di tutti i giorni: basti pensare al GPS in campo tecnologico o al concetto stesso di "pronto soccorso" nato sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Proprio in ambito medico, i militari sono sempre alla ricerca di nuove soluzioni che possano salvare la vita ai soldati anche nelle condizioni più gravi.
Sostanzialmente, sui campi di battaglia, la prima causa di morte è il dissanguamento. I medici in battaglia utilizzano delle bende intrise di agenti chimici che dovrebbero fermare l'emorragia e al contempo curare la ferita. Ma il sangue tende a disperdere quegli agenti chimici, allontanandoli dal punto in cui sono necessari, rendendo le cure difficoltose e impedendo l'arresto dell'emorragia.
Tuttavia, la soluzione al problema potrebbe essere dietro l'angolo: alcuni ricercatori hanno sviluppato speciali bendaggi composti da polvere di marmo, acido ed enzimi che al contatto con il sangue diventano effervescenti. Le bollicine derivanti dalla reazione servono per trasportare microparticelle coagulanti verso quei vasi sanguigni che ne hanno più bisogno. Le particelle penetrano in ogni zona, ma gli scienziati auspicano l'utilizzo di un endoscopio per consentire un ancora migliore direzionamento dell'agente coagulante.
L'invenzione non ha superato la soglia del laboratorio per ora, ma non è difficile immaginare uno scenario in cui anche le ferite più gravi in ambito militare, e successivamente anche in quello civile, non siano più una delle principali cause di complicazioni e decessi.
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