Arriva il correttore dei computer quantistici. Messo a punto con un importante contributo italiano, impedisce la dispersione di informazioni in caso di errori. È presentato nello studio pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo coordinato dall’Università austriaca di Innsbruck e dalla l’Università Tecnica tedesca di Aquisgrana, al quale l’Italia partecipa con Davide Vodola, del dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna.
Attesi da decenni , i computer quantistici sfruttano le bizzarre proprietà del mondo degli atomi per aumentare le capacità di calcolo. Potrebbero, in teoria, svolgere un compito che a un computer tradizionale richiederebbe un tempo lunghissimo, che può anche andare oltre l’età conosciuta dell’universo.
Ma anche i computer quantistici possono commettere errori. Per questo, spiega Vodola all’ANSA, “abbiamo messo a punto un nuovo protocollo in grado di correggere e proteggere le informazioni quantistiche in caso di errori dovuti alla perdita di qubit”, le unità di informazione di base di questi computer del futuro. “I qubit, infatti, sono molto fragili e soggetti a errori dovuti a interazioni con l’ambiente esterno. Quindi - aggiunge l’esperto - sviluppare un processore quantistico pienamente funzionante rappresenta ancora una grande sfida per gli scienziati di tutto il mondo”.
L’Europa ha lanciato un ambizioso programma sulle tecnologie quantistiche finanziato dalla Commissione Europea con 1 miliardo di euro. L’iniziativa, che richiederà dieci anni di lavoro, vede l’Italia in prima fila con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). “Il nostro protocollo, provato su un processore quantistico a ioni intrappolati - conclude Vodola - può essere utilizzato anche su altre architetture di qubit e potrà rivelarsi fondamentale per il futuro sviluppo di processori quantistici su larga scala”.
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