Fonte: it.ibtimes.com
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Lo studio delle onde cerebrali è da circa un secolo uno degli argomenti maggiormente studiati dagli scienziati, per comprendere meglio le funzioni del cervello, ed anche il modo stesso nel quale pensiamo. Nonostante questo, il modo nel quale miliardi di neuroni riescono a lavorare insieme per produrre queste onde rimane sconosciuto, nonostante gli sforzi compiuti per analizzarle.La difficoltà principale consiste nel fatto che il cervello è composto da molti tipi di neuroni diversi, ognuno dei quali emette segnali elettrici: l'applicaizone di elettrodi sul cranio (o direttamente nel tessuto cerebrale) permettono di monitorare solamente l'effetto cumulativo di questa attività elettrica, ossia la cosiddetta elettroencelografia. Molto più complesso è analizzare la funzione di ogni singolo neurone, ed il modo nel quale questi formano una rete per lavorare insieme.
il mistero potrebbe però essere presto risolto grazie a Blue Brain, un progetto di ricerca del Politecnico di Losanna (EPFL) e dell'Allen Institute for Brain Science di Seattle nell'ambito del quale sono stati realizzati dei modelli computerizzati di singoli neuroni assemblati in circuiti neurali che producono segnali elettrici simili alle onde cerebrali. Il modello, che simula l'attività di 12.000 neuroni, è stato creato con un livello di dettaglio senza precedenti, com'è possibile vedere dai due video in testa ed in coda all'articolo.
"Abbiamo bisogno di un modello computerizzato perché è impossibile mettere in relazione l'attività elettrica, che coinvolge potenzialmente miliardi di neuroni, e le conseguenti onde cerebrali nello stesso momento. Attraverso questa visuale siamo in grado di fornire un'interpretazione, al livello dei singoli neuroni, delle onde cerebrali misurate quando il tessuto è effettivamente analizzato in laboratorio", afferma il dottor Sean Hill di EFPL.
Osservando il modello, gli scienziati si sono resi conto che l'attività elettrica circolante nel sistema è simile a quella delle onde cerebrali registrate nei roditori. Ad ogni modo, per arrivare ad una simulazione completa c'è ancora molota strada da fare. Ad esempio, sempre parlando di roditori, la simulazione è modellata sui neuroni che controllano le zampe posteriori, mentre i dati raccolti "dal vivo" vengono da onde cerebrali con una funzione simile, ma che controllano le vibrisse.
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