Un surfer e un sub indossano mute progettate per ridurre il rischio di attacco da parte di uno squalo. Fotografia di Shark Attack Mitigation Systems via AFP/Getty Images |
Fonte: nationalgeographic.it
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Secondo un'azienda australiana un design mimetico consentirebbe agli esseri umani di sparire agli occhi di questi predatori; alcuni scienziati, però, sono scettici. Una muta che ci renda "invisibili" agli occhi degli squali: è il nuovo prodotto di un'azienda australiana che, in collaborazione con la University of Western Australia, mette a punto e commercializza soluzioni pratiche per prevenire gli attacchi da parte di questi feroci predatori marini. La fantasia di questa muta da 495 dollari, lanciata a luglio 2013 dalla Shark Attack Mitigation Systems, alterna bianco e diverse sfumature di blu per imitare i colori dell'oceano, in modo da mimetizzare chi la indossa in acqua. L'azienda produttrice vende anche adesivi con colorazioni simili da applicare su tavole da surf, bombole e kayak.
Tuttavia, anche se la muta ci rendesse effettivamente invisibili agli squali, potrebbe comunque non bastare, perché gli squali, più che sulla vista, si basano su altri sensi: l'olfatto, il gusto e un udito così sviluppato da consentire loro di percepire il suono delle bolle prodotte dal movimento di un sub.
Senza considerare che, secondo una ricerca dello University of Western Australia's Oceans Institute, ben 17 specie di squali - tra i quali lo squalo tigre e lo squalo leuca, tra i più pericolosi per l'uomo - non sono in grado di distinguere i colori.
Una soluzione migliorabile:
Oltre alla muta mimetica, l'azienda ne distribuisce un'altra a strisce nere, blu e bianche. In questo caso l'uso di colori contrastanti mira a simulare le sembianze della fauna marina, per esempio di serpenti di mare o pesci scorpione. L'ipotesi è che, se gli squali non predano queste creature, non saranno neanche interessati agli esseri umani che indossano questa muta striata. È la stessa filosofia alla base di un'altra invenzione australiana, quella delle rash guard - una tuta antiabrasione - dove le strisce richiamano la colorazione del pesce scorpione.
Tuttavia George Burgess, direttore del Florida Program for Shark Research, teme che questo tipo di tute possano in realtà ottenere un effetto opposto a quello sperato, perché gli squali vedono molto bene i contrasti: un oggetto in movimento a strisce potrebbe quindi attirare la loro l'attenzione.
"La muta potrebbe attrarre gli squali proprio per questo contrasto tra colori scuri e colori chiari", continua, e aggiunge che il nuovo design a strisce blu e bianche della Shark Attack Mitigation Systems potrebbe però essere migliorato utilizzando l'effetto della "controcolorazione".
Si tratta di una strategia a cui ricorrono alcuni pesci per nascondersi dai grandi predatori: hanno la parte superiore del corpo, vicino alla pinna dorsale, più scura rispetto all'addome, di colore bianco o argenteo. In questo modo è difficile che un predatore che scruti verso il basso riesca a distinguere il dorso scuro del pesce dal fondale oceanico; nel caso il predatore guardi invece verso l'alto, confonderà il ventre lucente della potenziale preda con l'acqua illuminata dalla luce del sole.
L'unico stratagemma sicuro:
Nonostante gli squali aggrediscano molto di rado gli esseri umani - gli incidenti mortali, in media, sono solo cinque all'anno nel mondo - secondo Burgess l'unico modo sicuro per evitare un loro attacco è rimanere fuori dall'acqua. "La maggior parte degli squali non sono a caccia di esseri umani, perché sono creature estranee al loro mondo", continua, ma "ogni espediente che fosse in grado di ridurre la probabilità di incidenti sarebbe vantaggioso sia per noi che per loro, poiché contribuirebbe ad attenuare la loro pessima reputazione".
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