Nanoparticelle 'incollate' grazie agli ultrasuoni (fonte: Wiley-VCH) |
Fonte: ANSA Scienze
----------------------------
Incollare oggetti talmente piccoli da essere invisibili, come le cosiddette
nanoparticelle, è un problema molto difficile e richiede processi molto costosi
e complicati. Per incollare tra loro queste minuscole particelle, decine di
volte più piccole dello spessore di un capello, un gruppo di ricercatori
dell'Università canadese McGill ha deciso di usare una strana colla: il suono, o
meglio gli ultrasuoni.
Gli ultrasuoni sono delle frequenze per noi non udibili e che invece sono riconosciute dai cani oppure dai pipistrelli, che li usano per volare e cacciare durante la notte.
Quando si propagano nei liquidi, gli ultrasuoni possono creare delle minuscole bolle che durano brevissime frazioni di secondo e al cui interno si creano temperature altissime ed i ricercatori hanno scoperto che le condizioni all'interno di queste microbolle sono molto simili a quelle necessarie per incollare le nanoparticelle.
Finora per tenere unite le nanoparticelle erano necessari degli speciali e costosissimi forni, ma sfruttando le microbolle create dagli ultrasuoni i ricercatori sono riusciti a incollare vari tipi di nanoparticelle con un nuovo metodo molto economico e che potrebbe quindi semplificare i processi industriali.
Una prima possibile applicazione potrebbe essere, ad esempio, incollare le nanoparticelle di platino all'interno delle marmitte catalitiche delle automobili. I filtri al loro interno sono infatti costituiti da piccole particelle di platino che però sono molto difficili da incollare tra loro e che quindi si perdono nel tempo nell'aria. Con la nuova 'colla di suono' le marmitte catalitiche potranno così essere meno costose, meno inquinanti e durare di più.
Gli ultrasuoni sono delle frequenze per noi non udibili e che invece sono riconosciute dai cani oppure dai pipistrelli, che li usano per volare e cacciare durante la notte.
Quando si propagano nei liquidi, gli ultrasuoni possono creare delle minuscole bolle che durano brevissime frazioni di secondo e al cui interno si creano temperature altissime ed i ricercatori hanno scoperto che le condizioni all'interno di queste microbolle sono molto simili a quelle necessarie per incollare le nanoparticelle.
Finora per tenere unite le nanoparticelle erano necessari degli speciali e costosissimi forni, ma sfruttando le microbolle create dagli ultrasuoni i ricercatori sono riusciti a incollare vari tipi di nanoparticelle con un nuovo metodo molto economico e che potrebbe quindi semplificare i processi industriali.
Una prima possibile applicazione potrebbe essere, ad esempio, incollare le nanoparticelle di platino all'interno delle marmitte catalitiche delle automobili. I filtri al loro interno sono infatti costituiti da piccole particelle di platino che però sono molto difficili da incollare tra loro e che quindi si perdono nel tempo nell'aria. Con la nuova 'colla di suono' le marmitte catalitiche potranno così essere meno costose, meno inquinanti e durare di più.
Nessun commento:
Posta un commento