mercoledì 12 novembre 2008

Intervista a Kary Mullis, padre della PCR

Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Kary_B._Mullis

Kary Banks Mullis (Lenoir, 28 dicembre 1944) è un biochimico statunitense.
Ha ottenuto il dottorato di ricerca all'Università di Berkeley nel 1973. Vive in California con la moglie Nancy.
Premio Nobel per la Chimica nel 1993, Kary Mullis è divenuto una leggenda per la scoperta della reazione a catena della polimerasi (Polymerase Chain Reaction o PCR) una tecnica che ha rivoluzionato il mondo della chimica e della genetica, permettendo l’amplificazione in vitro di frammenti di DNA, con innumerevoli applicazioni in campo biologico, medico, agrario, e nelle investigazioni della magistratura.
Surfista e contestatore nella Berkeley negli anni sessanta, Mullis è un personaggio alquanto originale e discusso, che spesso si è scontrato con le posizioni "ortodosse" della scienza ufficiale. È noto per essere fortemente critico nei confronti della teoria diffusamente accettata del legame HIV - AIDS, per lo scetticismo rispetto alle cause del riscaldamento globale e del buco nell'ozono. In una famosa intervista si domandò retoricamente se avrebbe mai scoperto il PCR se non avesse assunto LSD, concludendo che ne dubitava seriamente, in quanto poteva letteralmente veder lavorare i singoli polimeri e ammettendo di avere imparato parecchio grazie a tale esperienza.
Nel suo libro del 1998 ("Ballando nudi nel campo della mente. Le idee (e le avventure) del più eccentrico tra gli scienziati moderni") Mullis parla della sua visione del mondo e narra di episodi curiosi ed esperienze alquanto insolite da lui esperite, parla dell'astrologia, della sua partecipazione al processo di O. J. Simpson, del suo uso di droghe, sostiene che "la scienza dei media è una fesseria" per finire addirittura con l'ipotesi di essere stato rapito dagli alieni; gli accadde una notte del 1985, in un bosco nei pressi di Mendocino County in California.
Mullis racconta come ai tempi dei suoi studi a Berkeley mandò all'autorevole rivista inglese Nature un articolo fortemente speculativo nel quale sosteneva che metà della materia dell'universo andrebbe all'indietro nel tempo: l'articolo fu pubblicato. Un ventennio dopo propose alla stessa rivista un lavoro in cui documentava la tecnica della PCR che gli avrebbe valso il Nobel, e non fu pubblicato; "Questa esperienza mi insegnò un paio di cose e mi fece crescere un bel po".

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