La supplementazione è associata una diminuzione del 70 per cento delle nascite premature spontanee tra 20 e 28 settimane e a una riduzione del 50 per cento di quelle tra 28 e 32 settimane.
L'assunzione di acido folico per almeno un anno prima del concepimento è associata a una riduzione del rischio di nascita prematura, secondo uno studio riportato sulla rivista PLoS Medicine.
Sebbene la maggior parte delle gravidanze duri 40 settimane, nei paesi occidentali circa il 12 per cento delle nascite si conclude prima di 37 settimane. I bambini nati pretermine hanno minori probabilità di sopravvivenza rispetto a quelli nati a termine e possono più frequentemente andare incontro a difficoltà di apprendimento o ritardi nello sviluppo. Attualmente non si conoscono metodi di prevenzione della nascita prematura, ma già alcuni studi in passato avevano evidenziato come l'assunzione di minori quantità di acido folico fosse correlata a una minore durata della gravidanza.
In quest'ultimo studio, Radek Bukowski e colleghi dell'Università del Texas hanno verificato questa ipotesi analizzando i dati raccolti su una corte di circa 35.000 donne in gravidanza.
I risultati hanno mostrato che la supplementazione con acido folico a partire almeno da un anno prima del concepimento era associata una diminuzione del 70 per cento delle nascite premature spontanee tra 20 e 28 settimane (con riduzione della prevalenza dallo 0,27 per cento allo 0,04 per cento) e a una riduzione del 50 per cento di quelle tra 28 e 32 settimane (dallo 0,38 per cento allo 0,18 per cento).
L'indicazione emersa dalle ricerca dovrebbe comunque essere confermata da un trial randomizzato e controllato, tenuto conto che si è trattato di una analisi secondaria effettuata su uno screening per la sindrome di Down, e che mancano dati precisi sulla compliance delle partecipanti. (fc)
Sebbene la maggior parte delle gravidanze duri 40 settimane, nei paesi occidentali circa il 12 per cento delle nascite si conclude prima di 37 settimane. I bambini nati pretermine hanno minori probabilità di sopravvivenza rispetto a quelli nati a termine e possono più frequentemente andare incontro a difficoltà di apprendimento o ritardi nello sviluppo. Attualmente non si conoscono metodi di prevenzione della nascita prematura, ma già alcuni studi in passato avevano evidenziato come l'assunzione di minori quantità di acido folico fosse correlata a una minore durata della gravidanza.
In quest'ultimo studio, Radek Bukowski e colleghi dell'Università del Texas hanno verificato questa ipotesi analizzando i dati raccolti su una corte di circa 35.000 donne in gravidanza.
I risultati hanno mostrato che la supplementazione con acido folico a partire almeno da un anno prima del concepimento era associata una diminuzione del 70 per cento delle nascite premature spontanee tra 20 e 28 settimane (con riduzione della prevalenza dallo 0,27 per cento allo 0,04 per cento) e a una riduzione del 50 per cento di quelle tra 28 e 32 settimane (dallo 0,38 per cento allo 0,18 per cento).
L'indicazione emersa dalle ricerca dovrebbe comunque essere confermata da un trial randomizzato e controllato, tenuto conto che si è trattato di una analisi secondaria effettuata su uno screening per la sindrome di Down, e che mancano dati precisi sulla compliance delle partecipanti. (fc)
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