Il Very Large Telescope può ora contare su X-shooter, uno spettrografo innovativo che analizza l'intero spettro delle sorgenti luminose, anche quelle più lontane.
Il Very Large Telescope (VLT), il telescopio europeo situato sulle Ande cilene, si è arricchito del suo primo strumento di seconda generazione. Si tratta di “X-shooter”, uno spettrografo in grado di raccogliere e analizzare l’intero spettro della luce proveniente dai corpi celesti più lontani, dall’ultravioletto all’infrarosso. Questo strumento è stato costruito in soli cinque anni grazie alla collaborazione di ricercatori di 11 istituti in Danimarca, Francia, Italia, Olanda, insieme all’Eso (European Southern Observatory).
Il nuovo apparecchio filtra e divide la luce in tre percorsi ottici: uno ultravioletto, l’altro visibile e il terzo infrarosso, e analizza simultaneamente questi spettri. Questa analisi permette di raccogliere informazioni sulla formazione e lo sviluppo delle stelle e delle galassie. “Finora erano necessari più strumenti installati su telescopi differenti e osservazioni multiple per coprire un intervallo di lunghezze d’onda così ampio, con grossi problemi dovuti al confronto dei dati che potevano essere stati presi in tempi diversi e con differenti condizioni atmosferiche”, ha sottolineato Sandro D’Odorico, coordinatore del team europeo che ha costruito l’apparecchio. X-shooter, invece, elimina questi inconvenienti, garantendo qualità e completezza dell’informazione con un tempo di osservazione minore. “X-shooter”, è stato istallato sul VLT a fine 2008 e ha iniziato le sue osservazioni lo scorso 14 marzo, registrando diversi spettri completi di stelle, di quasar e galassie distanti, delle nebulose associate alla stella Eta Carinae e alla Supernova 1987 A. La comunità astronomica internazionale potrà utilizzare “X-shooter” a partire dal prossimo ottobre e sono già oltre 150 le richieste di osservazioni pervenute all’Eso. “Ci attendiamo un salto di qualità nella comprensione di una grande varietà di fenomeni, dalla formazione delle nane brune fino ai meccanismi che hanno prodotto le galassie più massicce dell’universo primordiale e ai lampi di raggi gamma”, osserva invece Sofia Randich, dell’Inaf-Osservatorio di Astrofisica di Arcetri. Con “X-shooter”, infatti, sarà possibile indagare la radiazione delle sorgenti cosmiche di cui non si conosce la natura. I ricercatori italiani, grazie al significativo contributo dell'Inaf (Istituto nazionale di Astrofisica) e gli osservatori di Brera, Trieste, Palermo e Catania alla realizzazione del progetto, potranno presto sperimentarne le capacità in 46 notti di osservazione. (t.g.)
Il nuovo apparecchio filtra e divide la luce in tre percorsi ottici: uno ultravioletto, l’altro visibile e il terzo infrarosso, e analizza simultaneamente questi spettri. Questa analisi permette di raccogliere informazioni sulla formazione e lo sviluppo delle stelle e delle galassie. “Finora erano necessari più strumenti installati su telescopi differenti e osservazioni multiple per coprire un intervallo di lunghezze d’onda così ampio, con grossi problemi dovuti al confronto dei dati che potevano essere stati presi in tempi diversi e con differenti condizioni atmosferiche”, ha sottolineato Sandro D’Odorico, coordinatore del team europeo che ha costruito l’apparecchio. X-shooter, invece, elimina questi inconvenienti, garantendo qualità e completezza dell’informazione con un tempo di osservazione minore. “X-shooter”, è stato istallato sul VLT a fine 2008 e ha iniziato le sue osservazioni lo scorso 14 marzo, registrando diversi spettri completi di stelle, di quasar e galassie distanti, delle nebulose associate alla stella Eta Carinae e alla Supernova 1987 A. La comunità astronomica internazionale potrà utilizzare “X-shooter” a partire dal prossimo ottobre e sono già oltre 150 le richieste di osservazioni pervenute all’Eso. “Ci attendiamo un salto di qualità nella comprensione di una grande varietà di fenomeni, dalla formazione delle nane brune fino ai meccanismi che hanno prodotto le galassie più massicce dell’universo primordiale e ai lampi di raggi gamma”, osserva invece Sofia Randich, dell’Inaf-Osservatorio di Astrofisica di Arcetri. Con “X-shooter”, infatti, sarà possibile indagare la radiazione delle sorgenti cosmiche di cui non si conosce la natura. I ricercatori italiani, grazie al significativo contributo dell'Inaf (Istituto nazionale di Astrofisica) e gli osservatori di Brera, Trieste, Palermo e Catania alla realizzazione del progetto, potranno presto sperimentarne le capacità in 46 notti di osservazione. (t.g.)
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