mercoledì 17 ottobre 2012

L'esoscheletro della Nasa: Ha gambe in grado di aiutare astronauti e paraplegici.

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Potrà anche non volare o sparare missili (almeno per il momento), ma resta pur sempre un passo in avanti verso l'armatura del miliardario-playboy Tony Stark, alias Iron Man. È l'esoscheletro robotico X1, un progetto sperimentale portato avanti dalla Nasa, dal Florida Institute for Human and Machine Cognition e dagli ingegneri dell'Oceaneering Space Systems di Houston (Texas), che promette di aiutare gli astronauti a mantenersi in forma ma anche – un giorno – di far camminare chi oggi non può, come i paraplegici.

L' armatura, dal peso di 25 chili, è in effetti un vero e proprio robot indossabile dotato di dieci giunture, di cui quattro motorizzate (ai fianchi e alle ginocchia) e sei passive, che consentono a chi la porta di voltarsi, fare un passo di lato e flettere i piedi. X1 ha due modalità di funzionamento: "aiutare" e "inibire". La prima serve a rinforzare le gambe e consente di ottenere più forza e resistenza al peso, mentre la seconda offre resistenza contro i movimenti e potrebbe essere usata dagli astronauti per fare esercizio fisico. La stessa agenzia spaziale statunitense sta infatti analizzando il potenziale di questa armatura, e potrebbe decidere di utilizzarla in missioni di lunga durata (come quelle dirette
verso Marte) dove è fondamentale risparmiare peso e spazio fisico e mantenersi in forma in condizioni di microgravità.

L'armatura non è certo il
primo tentativo in questa direzione, ma secondo la Nasa “i test condotti hanno mostrato che si tratta del modello più comodo, semplice da regolare e che si indossa con più facilità”. Ma per adattarla davvero a chi oggi si trova su una sedia a rotelle c'è ancora molto da fare: X1 non è ancora in grado in bilanciarsi da sola, e per mantenersi in equilibrio è necessario usare delle stampelle. “Quello che vogliamo - ha dichiarato a Space.com Nic Redford, a capo delle ricerche dell'agenzia sui robot umanoidi - è che l' esoscheletro si regga in piedi in autonomia, così che il paziente abbia le mani libere”. È su questa idea che si sviluppa il lavoro allo Humanoid Research Lab della Nasa: rendere i robot bipedi. Proprio come gli esseri umani.
Via: Wired.it

Credits immagine: Robert Markowitz

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