Fonte: ANSA Scienze
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Una potentissima eruzione solare ha liberato uno sciame di particelle così violento da bombardare in pieno Marte quando il pianeta era ancora molto giovane, strappandogli letteralmente via il campo magnetico che ne proteggeva l'atmosfera, riducendolo a brandelli, con filamenti arricciati su se stessi simili a viticci.
E' così che il pianeta rosso ha perso la sua atmosfera, nella ricostruzione pubblicata sulla rivista Science, che ha dedicato la copertina a Marte, e basata sui dati raccolti dalla sonda Maven della Nasa.
Da tempo il mondo scientifico aveva ipotizzato che il vento solare avesse strappato via l'atmosfera marziana, ma soltanto adesso la missione Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) ha fornito i dati che permettono di ricostruire quell'evento drammatico, che ha trasformato per sempre il pianeta. Lanciata nel novembre 2013, la sonda è in orbita intorno a Marte dal settembre 2014 e i dati che ha raccolto in poco più di un anno sono già sufficienti per raccontare in dettaglio uno degli episodi più drammatici nella storia del pianeta.
Ricostruire il lontano passato di Marte è stato possibile grazie ad un episodio relativamente recente: l'eruzione solare dell'8 marzo 2015. I dati raccolti dalla sonda Maven, studiati dal gruppo dell'università del Colorado guidato da Bruce Jakosky, hanno mostrato che il vento solare ha prodotto una rotazione del campo magnetico marziano così forte da scagliare via dall'atmosfera filamenti di particelle cariche (ioni) lunghi fino a 5.000 chilometri e avvolti su se stessi come riccioli. In piccolo, è qualcosa di analogo all'evento che spazzò via gran parte dell'atmosfera del pianeta.
Maven ha inoltre permesso di scoprire negli strati più bassi dell'atmosfera marziana aurore molto simili a quelle che sulla Terra avvengono in corrispondenza dei poli. Per i ricercatori sono un indizio di come anche la crosta marziana giochi un ruolo nel campo magnetico del pianeta. Le ha individuate il gruppo dell'università del Colorado guidato da Nick Schneider.
La zona più esterna dell'atmosfera di Marte è stata studiata invece dal gruppo dell'università del Michigan coordinato da Stephen Bougher, che ha scoperto variazioni nella temperatura. Ancora l'università del Colorado, questa volta con il gruppo di Laila Andersson, ha scoperto che le polveri arancioni che rendono così opaca l'atmosfera di Marte sono composte da granelli le cui dimensioni variano da 1 a 5 miliardesimi di metro (nanometri) e che sono ad una quota così elevata (fra 150 e 1.000 chilometri) da avere probabilmente un'origine interplanetaria.
E' così che il pianeta rosso ha perso la sua atmosfera, nella ricostruzione pubblicata sulla rivista Science, che ha dedicato la copertina a Marte, e basata sui dati raccolti dalla sonda Maven della Nasa.
Da tempo il mondo scientifico aveva ipotizzato che il vento solare avesse strappato via l'atmosfera marziana, ma soltanto adesso la missione Maven (Mars Atmosphere and Volatile Evolution) ha fornito i dati che permettono di ricostruire quell'evento drammatico, che ha trasformato per sempre il pianeta. Lanciata nel novembre 2013, la sonda è in orbita intorno a Marte dal settembre 2014 e i dati che ha raccolto in poco più di un anno sono già sufficienti per raccontare in dettaglio uno degli episodi più drammatici nella storia del pianeta.
Ricostruire il lontano passato di Marte è stato possibile grazie ad un episodio relativamente recente: l'eruzione solare dell'8 marzo 2015. I dati raccolti dalla sonda Maven, studiati dal gruppo dell'università del Colorado guidato da Bruce Jakosky, hanno mostrato che il vento solare ha prodotto una rotazione del campo magnetico marziano così forte da scagliare via dall'atmosfera filamenti di particelle cariche (ioni) lunghi fino a 5.000 chilometri e avvolti su se stessi come riccioli. In piccolo, è qualcosa di analogo all'evento che spazzò via gran parte dell'atmosfera del pianeta.
Maven ha inoltre permesso di scoprire negli strati più bassi dell'atmosfera marziana aurore molto simili a quelle che sulla Terra avvengono in corrispondenza dei poli. Per i ricercatori sono un indizio di come anche la crosta marziana giochi un ruolo nel campo magnetico del pianeta. Le ha individuate il gruppo dell'università del Colorado guidato da Nick Schneider.
La zona più esterna dell'atmosfera di Marte è stata studiata invece dal gruppo dell'università del Michigan coordinato da Stephen Bougher, che ha scoperto variazioni nella temperatura. Ancora l'università del Colorado, questa volta con il gruppo di Laila Andersson, ha scoperto che le polveri arancioni che rendono così opaca l'atmosfera di Marte sono composte da granelli le cui dimensioni variano da 1 a 5 miliardesimi di metro (nanometri) e che sono ad una quota così elevata (fra 150 e 1.000 chilometri) da avere probabilmente un'origine interplanetaria.
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