mercoledì 5 maggio 2010

Un tocco e il touchscreen accumula energia. Tra circa cinque anni i dispositivi con tecnologia touch potrebbero auto-alimentarsi in questo modo.

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Una pellicola con elettrodi flessibili e trasparenti di grafene per catturare l'energia che si genera quando il display viene toccato. Ci stanno lavorando alcuni ricercatori coreani.
Un tocco e il touchscreen accumula energia. Tra circa cinque anni i dispositivi con tecnologia touch potrebbero auto-alimentarsi in questo modo, grazie a un sistema messo a punto dalla coreana Sungkyunkwan University in collaborazione la Samsung. Si tratta di una pellicola di elettrodi flessibili e trasparenti in grado di catturare l’energia che si genera quando un display viene toccato da un utente, come hanno spiegato i ricercatori in un articolo su Advanced Materials. Il meccanismo si basa sull’effetto piezoelettrico, vale a dire la tendenza di alcuni materiali a generare potenziale elettrico se sottoposti a stress meccanico. Il dispositivo sperimentale è formato da cristalli piezoelettrici inseriti tra elettrodi di grafene conduttori posti sopra fogli di plastica trasparenti e flessibili. Lo scopo è quello di sostituire gli elettrodi e i sensori rigidi presenti nei touchscreen di oggi con un sistema touch capace di autoalimentarsi. Secondo i ricercatori, i prossimi sviluppo potrebbero portare il meccanismo a generare abbastanza energia per far funzionare il display o altre componenti del dispositivo e, magari, ricaricare persino le batterie.Ci vorranno però anni prima che la nuova pellicola “a nano-generatori” arrivi sul mercato. Ci sono, infatti, ancora alcuni problemi da risolvere. Il principale è la qualità degli elettrodi che, se non ottimale, non permette una buona trasmissione dell'energia accumulata dalla pellicola verso il dispositivo. Per questo il gruppo coreano sta cercando di ottimizzare il processo di sintesi del grafene, o di introdurvi delle impurità – un processo chiamato doping – così da aumentarne la conduttività. (g.b.)

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