Fonte: Cordis.europa.eu
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Un team di ricercatori provenienti da Francia, Germania e Svizzera ha usato una tecnica laser per provocare la pioggia nell'atmosfera libera. Questa tecnica, i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista Nature Photonics, potrebbe essere usata per studiare la creazione delle goccioline nelle nuvole e potrebbe persino offrire un nuovo modo per aprire la volta celeste. Controllare il tempo è sempre stata una delle ambizioni del genere umano. Per tutta la storia dell'umanità sono stati fatti sforzi enormi per trovare il modo di creare la pioggia. Più recentemente, gli sforzi per incoraggiare la caduta della pioggia (o eliminare la nebbia) si sono concentrati sull'uso di aerei o razzi usati per seminare le nuvole con particelle di sale o ghiaccio secco. Queste particelle funzionano come dei "nuclei di ghiaccio" intorno ai quali si possono formare gocce di pioggia. In questa recente ricerca, condotta dal dott. Jérôme Kasparian dell'Università di Ginevra in Svizzera, uno strumento unico chiamato Téramobile, ha usato impulsi laser molto potenti e ultra-corti per generare "filamenti ionizzati autoguidati". Questi ioni hanno indotto la condensazione prima in una camera nube e poi in una fredda sera d'autunno nei cieli sopra la capitale tedesca, Berlino. In esperimenti di follow up in laboratorio, il team ha esplorato i meccanismi dietro tale processo, compresa la chimica foto-ossidativa e gli effetti elettrostatici. "Si tratta del primo esperimento che dimostra che un laser è in grado di generare la condensazione", ha spiegato il dott. Kasparian. Il suo team è convinto che la tecnica al laser potrà essere usata per modificare le condizioni meteo locali. "La reazione che abbiamo ottenuto costituisce il primo passo nella formazione della pioggia e prevediamo la possibilità di sostituire le tecniche attuali", ha aggiunto. I ricercatori speravano di imitare il ruolo della polvere e del polline come "semi di gocce" nel processo di condensazoine usando ioni generati tramite laser. Prima hanno diretto gli impulsi laser verso nuvole generate in una camera sperimentale. In questo esperimento, gli ioni servivano da "ganci" per l'umidità e si poteva vedere una traccia di condensazione lungo il percorso del laser. Ma le gocce erano troppo piccole per costituire un vero acquazzone; era più simile a una leggera nebbia. Quindi, il team ha lanciato gli impulsi laser di Téramobile direttamente in aria in un freddo pomeriggio durante il quale era stato registrato un tasso di umidità di circa il 90%. Hanno poi fatto delle misurazioni LIDAR (light detection and ranging) per monitorare il contenuto di aerosol nell'atmosfera e hanno osservato i cambiamenti delle condizioni atmosferiche: la visibilità è diminuita, il tasso di umidità è salito fino al 93% e la concentrazione di aerosol di acqua è aumentata. "Abbiamo dimostrato sperimentalmente che filamenti autoguidati generati da impulsi laser ultra-corti possono favorire la condensazione dell'acqua, anche in un'atmosfera libera sotto-saturata", conclude lo studio. "Il fenomeno fornisce un nuovo strumento interessante per la caratterizazone da lontano dell'atmosfera umida e della formazione delle nuvole. Potrebbe inoltre fornire il potenziale per influenzare o provocare le precipitazioni usando laser sempre in funzione invece di razzi". Il prossimo passo per il team consiste nel raffinare la loro tecnica e produrre più pioggia.
Per maggiori informazioni, visitare: Université de Genève: http://www.unige.ch/index.html Nature Photonics: http://www.nature.com/nphoton/index.html
ARTICOLI CORRELATI: 28103, 28241, 31348
Categoria: VarieFonte: Università di Ginevra; Nature PhotonicsDocumenti di Riferimento: Rohwetter, P., et al. (2010) Laser-induced water condensation in air. Nature Photonics (in corso di stampa). Pubblicato online il 2 maggio. DOI: 10.1038/nphoton.2010.115.Acronimi dei Programmi: MS-FR C, MS-D C-->Codici di Classificazione per Materia: Risorse idriche e gestione; Coordinamento, cooperazione; Protezione ambientale; Ricerca scientifica; Agricoltura
RCN: 32068
Per maggiori informazioni, visitare: Université de Genève: http://www.unige.ch/index.html Nature Photonics: http://www.nature.com/nphoton/index.html
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