Fonte: Galileo
In chi crede di assumere un farmaco, la trasmissione del dolore viene inibita a livello del corno dorsale. Lo studio su Science.
Chi studia l'effetto placebo sa bene che la mente è in grado di ingannare il corpo. In che modo? Bloccando le vie di trasmissione del dolore a livello di una regione del midollo spinale chiamata corno dorsale. È quanto affermano sulle pagine di Science Falk Eippert e la sua equipe della University Medical Center Hamburg-Eppendorf, in Germania.
Attraverso tecniche di risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI), i ricercatori hanno osservato l’attività del midollo spinale di alcuni volontari (convinti di partecipare a un test per una crema anestetica) mentre le loro braccia erano esposte a una intensa fonte di calore. A tutti era stata data la stessa lozione farmacologicamente inattiva, ma nel gruppo che credeva di provare la crema alla lidocaina (un anestetico locale), l’attività del corno dorsale diminuiva e il dolore si alleviava.L’esperimento condotto dai ricercatori offre la prima prova diretta del modo in cui agisce un placebo. Come riportano gli studiosi, quindi, i fattori psicologici influenzano i meccanismi di percezione ed elaborazione del dolore nei primi “compartimenti funzionali” del sistema nervoso. Le terapie che sfruttano l'effetto placebo infatti, stimolando la circolazione degli oppioidi prodotti dall’organismo, sono in grado di bloccare le vie di trasmissione del dolore che dal cervello discendono sino alla midollo spinale. I ricercatori ammettono di non conoscere ancora l’esatto meccanismo attraverso il quale si realizza l’inibizione spinale (ovvero se avviene a livello dei neuroni pre-sinaptici, post-sinaptici o degli interneuroni), e non hanno dimostrato se lo stesso effetto si verifica anche in risposta a stimoli neutri, non dolorosi. Tuttavia, il loro studio ha il merito di aver individuato una regione del sistema nervoso che può diventare un target privilegiato per i trattamenti contro il dolore. (m.s.)
Attraverso tecniche di risonanza magnetica funzionale per immagini (fMRI), i ricercatori hanno osservato l’attività del midollo spinale di alcuni volontari (convinti di partecipare a un test per una crema anestetica) mentre le loro braccia erano esposte a una intensa fonte di calore. A tutti era stata data la stessa lozione farmacologicamente inattiva, ma nel gruppo che credeva di provare la crema alla lidocaina (un anestetico locale), l’attività del corno dorsale diminuiva e il dolore si alleviava.L’esperimento condotto dai ricercatori offre la prima prova diretta del modo in cui agisce un placebo. Come riportano gli studiosi, quindi, i fattori psicologici influenzano i meccanismi di percezione ed elaborazione del dolore nei primi “compartimenti funzionali” del sistema nervoso. Le terapie che sfruttano l'effetto placebo infatti, stimolando la circolazione degli oppioidi prodotti dall’organismo, sono in grado di bloccare le vie di trasmissione del dolore che dal cervello discendono sino alla midollo spinale. I ricercatori ammettono di non conoscere ancora l’esatto meccanismo attraverso il quale si realizza l’inibizione spinale (ovvero se avviene a livello dei neuroni pre-sinaptici, post-sinaptici o degli interneuroni), e non hanno dimostrato se lo stesso effetto si verifica anche in risposta a stimoli neutri, non dolorosi. Tuttavia, il loro studio ha il merito di aver individuato una regione del sistema nervoso che può diventare un target privilegiato per i trattamenti contro il dolore. (m.s.)
Riferimento: DOI: 10.1126/science.1180142
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