martedì 27 ottobre 2009

Radiazioni a basse dosi potrebbero causare cardiopatia e ictus.

Fonte: Cordis
Il rischio di cardiopatia e ictus legato alle radiazioni a basse dosi - come quelle usate per le lastre a raggi-X - potrebbe essere stato fortemente sottovalutato, secondo uno studio in parte finanziato dalla Commissione europea. I risultati, pubblicati la scorsa settimana nella rivista Public Library of Science (PLoS) Computational Biology, sono in linea con i livelli di rischio riportati da studi sulle radiazioni precedenti, che avevano coinvolto i lavoratori del settore nucleare. Il team di ricerca dell'Imperial College London (Regno Unito) hanno creato un modello matematico per prevedere il rischio di cardiopatia associato alle radiazioni di basso livello. I risultati hanno mostrato che il rischio di malattia coronarica e ictus - oggi due delle maggiori cause di decesso nel mondo industrializzato - varia a seconda della dose di radiazione. Lo studio fa parte del progetto quinquennale CARDIORISK ("The mechanisms of cardiovascular risks after low radiation doses"), finanziato dall'UE con 3,8 milioni di euro attraverso l'area tematica EURATOM-FISSION del Settimo programma quadro (7° PQ). La cardiopatia e l'ictus - malattie mortali e disabilitanti - gravano fortemente sul bilancio delle organizzazioni sanitarie di tutti i paesi del mondo industrializzato. Nel Regno Unito, ad esempio, la cardiopatia è la maggiore singola causa di morte, uccidendo ogni anno oltre 125.000 persone prematuramente. I fattori legati alla dieta sono spesso implicati nella malattia cardiaca, ma gli autori dello studio avanzano prove sulla sua aumentata incidenza in gruppi di persone "esposte professionalmente", come ad esempio i lavoratori del settore nucleare. Da tempo gli scienziati sapevano che l'incidenza di cardiopatia vascolare era maggiore nei gruppi di pazienti che erano stati sottoposti a radioterapia ad alte dosi, perché la radioterapia può causare l'infiammazione del cuore e delle arterie. Studi recenti hanno però mostrato il collegamento tra la cardiopatia vascolare e dosi molto più basse di radiazione in gruppi come i lavoratori del settore del nucleare. Le ragioni alla base di questi collegamenti non sono conosciute. Il dottor Mark Little e il gruppo di ricercatori presso l'Imperial College London hanno avanzato l'ipotesi che le radiazioni uccidono i monociti (un tipo di leucociti) nelle pareti delle arterie che altrimenti si legherebbero alla proteina chemiotattica per i monociti (MCP-1). Il conseguente aumento dei livelli di MCP-1 causerebbe l'infiammazione che porta alla cardiopatia vascolare. Gli autori dello studio hanno detto: "Stanno emergendo delle prove sul rischio aumentato di cardiopatia vascolare in determinati gruppi di lavoratori esposti a irradiazione frazionata a bassa dose/frazione. I meccanismi d'azione dell'irradiazione frazionata a bassa dose sulla cardiopatia vascolare rimangono comunque poco chiari". Sono ora in programma ulteriori ricerche sulla cardiopatia vascolare causata da radiazione, per riuscire a scoprire il processo biologico che la determina.
Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College Londra:
http://www3.imperial.ac.uk/ PLoS Computational Biology: http://www.ploscompbiol.org/home.action Maggiori informazioni sulla ricerca sulla salute finanziata dall'UE. http://ec.europa.eu/research/health/index_en.html
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Categoria: ProgettiFonte: Imperial College London; PLoS Computational BiologyDocumenti di Riferimento: Little, M P, et al. (2009) A model of cardiovascular disease giving a plausible mechanism for the effect of fractionated low-dose ionizing radiation exposure. PLoS Computational Biology (in corso di stampa, pubblicato online il 23 ottobre).Acronimi dei Programmi: MS-UK C, FP7, FP7-EURATOM, FUTURE RESEARCH-->Codici di Classificazione per Materia: Fissione nucleare; Scienze biologiche; Medicina, sanità; Sicurezza; Ricerca scientifica
RCN: 31402

2 commenti:

claudio sauro ha detto...

Le radiazioni, anche a basse dosi, potrebbero aumentare la percentuale di superossidi (o radicali liberi) nel sangue.
E' ormai notorio che i radicali liberi sono fra i principali fattori del danno di parete sia arteriosa che veneso.
Pertanto in presenza di danno di parete, si forma la placca ateromasica, o addirittura si può determinare una maggior aggregazione piastrinica, che causa il trombo

claudio sauro ha detto...

Fatte queste considerazioni, ho pensato che sarebbe molto utile far presente quali sono i principali radicali liberi che si formano in seguito all’esposizione a radiazioni:
ANIONE SUPEROSSIDO O2-
• IDROSSILE OH-
• OSSIDO NITRICO NO-
• DIOSSIDO DI AZOTO NO2-
• PEROSSIDO LOO-
• OSSIGENO SINGOLETTO O2+
Altri radicali liberi sono O+ e H-.
Il radicale libero prodotto in maggiore quantità è l 'anione superossido 02-. Esso reagisce con il perossido di idrogeno H2O2 e forma il pericoloso e potente radicale ossidrile OH- più potente di O2-.
Oltre all’esposizione a raggi X, vi possono essere altri fattori che causano la formazione di radicali liberi nel nostro organismo, e principalmente:
'infiammazione, il fumo di sigaretta (molto dannoso, il tabacco è una potente tossina, il sole (le radiazioni ultraviolette in genere), lo stress, elevato consumo di alcool, esposizione ad ambienti inquinati, l'attività fisica intensa, una dieta eccessivamente ricca di proteine e di grassi animali, trattamenti a base di farmaci (soprattutto cortisonici che provocano un abuso di glucosio nelle cellule che non riescono più a smaltirlo).
O2+ si forma per l'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti (Sole), provocando non solo danni sulla pelle.
I radicali liberi entrano in gioco costantemente, quando ad esempio camminiamo.
Nell'attività fisica intensa aumentano di circa 50 volte!
Essi vengono tamponati efficacemente quando si è giovani ma con in tempo l'azione di eliminazione dei radicali liberi si fa meno efficace.
In caso di stress ossidativo si possono osservare precocemente : riduzione della memoria, riduzione della concentrazione, disturbi del sonno, diminuite capacità sessuali, capelli bianchi, calvizie, comparsa di rughe e macchie sulla pelle, diminuzione della massa muscolare ed aumento della massa grassa, riduzione della difesa immunitaria, aumento del rischio cardio vascolare, diminuzione di energia, stress con ansia e depressione.
Alcuni elementi contenenti sostanze antiossidanti sono le verdure e la frutta in genere tra cui : rosa canina, frutto di Camu Camu (pianta amazzonica), pomodoro (non ripulire la parte gelatinosa e i semi), ananas, arancia, limone, insalate, germogli, germe di grano, prezzemolo, finocchio, cetriolo, carota, melone, zucca, spinaci, broccoli, mango, papaia, albicocche, mirtillo, fragola, pompelmo, cavolfiore, fiori di zucchina, peperoni, porri, invidia, lattuga, mirtilli, more selvatiche, lamponi, ciliege, prugne, albicocche, meloni, mele, cachi, uva nera, peperoncino rosso piccante, radicchio, cetrioli, piselli, rape, patate, cavoli, asparagi, cipolle, pomodori, mandarini, cedri, pompelmi, ribes, fragole, banane, tuorlo d'uovo, riso e pane integrali, bietole, mango, frattaglie, pesci, molluschi.
A questi alimenti possiamo aggiungere le vitamine liposolubili: la Vit C, la Vit. E, la Vit. A. la Vit A
Un ottimo alimento per combattere i radicali liberi (per l'alto contenuto di fenoli) è l'olio d'oliva.
L’organismo si difende normalmente con due antiossidanti endogeni naturali come la SOD, glutatione perossidasi e la catalasi, però questi in assenza di un apporto esogeno di sostanze naturali possono risultare insufficienti..
Se noi con una navicella spaziale andassimo su Marte, si è calcolato che solo per l’andata il 50% dell’equipaggio morirebbe per i raggi cosmici ed in seguito a due meccanismi: eccessiva formazione di radicali liberi, e danno diretto del DNA.
Pertanto i viaggi spaziali molto lunghi possiamo dimenticarceli.