venerdì 22 febbraio 2013

Il primo orecchio artificiale stampato in 3D: E' fatto di collagene e cellule della cartilagine.

Fonte: ANSA Scienza
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Ottenuto con collagene e cellule della cartilagine E' stato ottenuto il primo orecchio artificiale stampato in 3D: è del tutto simile a un orecchio naturale ed è descritto sulla rivista PLoS One da un gruppo di ricerca americano del Weill Cornell Medical College.
Realizzato con un gel di collagene e cellule della cartilagine, potrebbe essere una speranza per i bambini nati con malformazioni congenite del padiglione esterno dell'orecchio chiamata microtia, oppure per quanti perdono parte o tutto il loro orecchio esterno per incidenti o tumori.
"Se supererà i futuri test di sicurezza e di efficacia, il primo orecchio di questo tipo, potrebbe essere impiantato già fra meno di tre anni", osserva uno degli autori, il chirurgo plastico Jason Spector.
L'orecchie artificiale viene attualmente costruito con materiali che hanno una consistenza simile al polistirolo o con materiali prelevati da una costola del paziente. "Questa opzione – spiega Spector - è difficile e dolorosa per i bambini e le orecchie raramente hanno un aspetto completamente naturale o un buon rendimento".
Per ottenere l'orecchio stampato in 3D i ricercatori sono partiti da un'immagine digitale tridimensionale di un orecchio umano: quindi hanno convertito l'immagine in uno stampo 3D grazie a una stampante per strutture tridimensionali. Nello stampo è stato poi iniettato il gel di collagene. Quando lo stampo viene rimosso, la densità di questo gel è simile alla consistenza di una marmellata.
Il collagene, spiegano gli esperti, serve come impalcatura su cui fare crescere in un secondo momento le cellule della cartilagine. Il processo è anche veloce: "ci vuole una mezza giornata per progettare lo stampo, un giorno per stamparlo, 30 minuti per iniettare il gel, e possiamo rimuovere il 'calco' dell'orecchio 15 minuti dopo", spiega uno degli autori, l'ingegnere biomedico Lawrence Bonassar.
A questo punto l'orecchio viene lasciato in una coltura con sostanze nutritive per diversi giorni per far screscere sull'impalcatura le cellule della cartilagine e, quando questa si è formata, l'orecchio è pronto per l'impianto. "L'utilizzo di cellule umane, in particolare quelle dello stesso paziente - rileva Spector - riduce ogni possibilità di rigetto".

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