mercoledì 20 febbraio 2013

Treni: Con i nuovi supercondensatori si potrà risparmiare fino al 20% dell’elettricità assorbita dalle ferrovie.

-----------------------------
La vita è un gioco di tensioni. Un cedere e un ricevere energia che si ritrova nei rapporti umani, nell’ambiente professionale e anche lungo i binari dei treni. Ambizione comune cercare di dissiparne il meno possibile. Nel caso dei trasporti ferroviari, si parla dell’energia persa durante la fase di frenata. Una potente dispersione energetica di pochi secondi. E allora perché non trovare il sistema giusto per riuscire a riciclarla, facendo bene i conti con i picchi di tensione? A provarci, il Politecnico e le Ferrovienord che recentemente a Milano hanno sottoscritto un accordo di collaborazione scientifica per lavorare insieme a questo problema durante i prossimi tre anni, Lavori che, in modalità pilota, hanno già preso il via il maggio scorso nella sottostazione di San Fermo, trasformata in un laboratorio di ricerca dove i ricercatori osservano i primi risultati degli esperimenti. Prove tecniche prima di estendere i risultati a tutta la rete di Ferrovienord.
.
ENERGIA DAI FRENI – Pochi, tra i 15 e i 20, i secondi in cui viene prodotta e dispersa una quantità notevole di energia. Il tempo, appunto, di una frenata. Un vero e proprio picco energetico che, anche per i gestori di rete, diventa sconveniente utilizzare. Soprattutto perché, tra ritardi e anticipi dei treni, il suo utilizzo risulta difficilmente programmabile. Ma che, oltre alla vendita, potrebbe essere riciclata per alimentare parti del sistema. Una sfida che ha dato alle Nord e agli ingegneri del Politecnico lo stimolo per provare a costruire il sistema adatto per riuscire a stoccarla. «L’obiettivo», spiega Marco Barra Caracciolo, amministratore delegato di Ferrovienord, «è quello di riuscire a sfruttare l’energia di frenatura, restituendola attraverso la linea di contatto». A cui tuttavia si aggiunge la difficoltà di accumularla. «Fino a oggi non esistevano sistemi di accumulo in grado di assorbire picchi di energia così elevati in pochi secondi. Infatti, anche le batterie più avanzate non avevano tempi di ricarica compatibili con gli impulsi energetici della frenatura».
.
SUPERCONDENSATORE – A risolvere questo problema, un sistema che sfrutta la tecnologia dei supercondensatori, che hanno la capacità di accumulare ingenti quantità di energia elettrica, in grado di essere caricati o scaricati quasi istantaneamente e di garantire un’elevatissima potenza specifica. Garanzia di accumulo che farà risparmiare fino al 20% dell’energia elettrica assorbita dai treni, circa 23 mila MWh ogni anno. Ossia, come un impianto fotovoltaico di oltre 300 mila pannelli o l’energia usata per alimentare 6 mila case.
.
PRIMI ESPERIMENTI – A testare la fattibilità del sistema di accumulo e il comportamento dei componenti elettronici, in questi mesi gli ingegneri del Politecnico che hanno usato come laboratorio di verifica la sottostazione di San Ferno. «Gli esperimenti», afferma Barra Caracciolo, «sono stati molto positivi. E, alla fine del 2013, riusciremo a utilizzare l’energia recuperata dalle frenate per l’illuminare un impianto di stazione sotterraneo da realizzare con tecnologia Led e che permetterà di tagliare i consumi energetici legati all’illuminazione del 50%».
.
FERROVIA DEL FUTURO - Parola chiave del nuovo sistema ferroviario: efficienza energetica. Anche perché il comparto è attualmente un vero e proprio divoratore di energia e consuma 5.452.000 MWh di elettricità ogni anno. «Negli ultimi anni», spiega l’ad, «il continuo aumento dei passeggeri ha comportato il rinnovo della flotta. Con treni di ultima generazione, più lunghi e capienti, che aumentano i consumi del 43%. E per evitare gli sprechi e incentivare il riciclo energetico stiamo cercando, insieme al Politecnico, di convergere gli sforzi su bandi e finanziamenti». Programmi di sviluppo europei e ministeriali che, se attivati, potrebbero dare il via a una nuova trasformazione ferroviaria. «Accumulare su scala nazionale l’energia delle frenate», conclude Barra Caracciolo, «farebbe risparmiare un milione di MWh ogni anno al settore dei trasporti ferroviari».

(modifica il 20 febbraio 2013)

Nessun commento: