domenica 3 febbraio 2013

Osservata per la prima volta, la catena di eventi che spinge una cellula a suicidarsi.

La morte di una cellula (fonte: The Walter and Eliza Hall Institute)
Fonte: ANSA
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Per la prima volta è stata osservata direttamente la catena di eventi che spinge una cellula a suicidarsi: una vera e propria ''istantanea molecolare'' di un fenomeno chiave per mettere a punto una futura generazione di farmaci capaci di uccidere le cellule tumorali, o di evitare la morte cellulare per curare le malattie neurodegenerative.
Pubblicato sulla rivista Cell, il risultato e' stato ottenuto in Australia, nell'istituto di ricerca biomedica Walter and Eliza Hall.
La morte delle cellule, chiamata apoptosi cellulare, è un meccanismo fondamentale per tenere sotto controllo il numero delle cellule presenti nell'organismo. Un errore in questa sorta di suicidio programmato può portare, per esempio, le cellule tumorali a diventare ''immortali'', riproducendosi senza freni. La morte prematura delle cellule è invece tipica delle malattie neurodegenerative.
Guidati da Peter Colman, Peter Czabotar e Dana Westphal, i ricercatori si sono serviti delle tecniche della Biologia strutturale per vedere in azione le proteine che spingono le cellule alla morte. Hanno osservato in particolare la proteina chiamata Bax, già nota per giocare un ruolo di primo piano nella morte cellulare ma dai meccanismi di attivazione ancora sconosciuti. Hanno scoperto cosi' che una delle tappe fondamentali è la formazione di fori nella membrana delle centraline energetiche della cellula, i mitocondri. ''Quando questo accade - spiega Czabotar - la cellula si avvia verso la morte''. Perde infatti progressivamente energia fino a spegnersi.
Utilizzando la luce di sincrotrone, che si comporta come un gigantesco microscopio, i ricercatori hanno ottenuto le prime immagini tridimensionali della proteina Bax in azione, con i cambiamenti che avvengono nella sua struttura. A risvegliare questa proteina killer sono frammenti di un'altra proteina (peptidi) chiamata BH3. Questi si legano alla proteina Bax come una chiave alla sua serratura e la ''accendono''. Le proteine Bax cosi' liberate cominciano a unirsi fra loro come una sorta di ariete capace di sfondare la membrana dei mitocondri, fino a bucarla, distruggendola irreparabilmente.
Il bersaglio di una futura generazione di farmaci potrebbe essere quindi proprio la proteina Bax, che potrebbe essere attivata o inattivata a comando: attivando questa proteina si potrebbero uccidere le cellule tumorali, spegnendola si potrebbero salvare le cellule nervose, evitando la progressione delle malattie neurodegenerative.

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