giovedì 14 gennaio 2010

La maligna collaborazione di cellule mutanti.

Fonte: Le Scienze
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In opportune condizioni, l'accumulo delle mutazioni necessarie a innescare lo sviluppo tumorale può avvenire non in un'unica cellula ma in cellule fra loro vicine.
Lo stress provoca il rilascio di segnali chimici che possono indurre lo sviluppo tumorale di cellule portatrici di mutazioni di per sé insufficienti a scatenarne la deriva oncologica. A dimostrarlo è uno studio condotto da ricercatori della Yale University che firmano un articolo in merito pubblicato sulla rivista "Nature". Finora era opinione diffusa fra i ricercatori che per lo sviluppo di un tumore le mutazioni cancerogene dovessero avvenire tutte sempre in una singola cellula. "La cattiva notizia è che è molto più facile per un tessuto accumulare mutazioni in cellule differenti che in una stessa cellula", osserva Tian Xu, ricercatore presso lo Yale Cancer Center e la Fudan University a Shangai, in Cina. I ricercatori hanno lavorato con il moscerino della frutta per studiare l'atività di due geni noti per essere coinvolti nello sviluppo del cancro nell'uomo: un gene chiamato RAS che è implicato nel 30 per cento dei cancri, e un gene soppressore della deriva tumorale, chiamato scribble che contribuisce anch'esso allo sviluppo del cancro quando è mutato. Singolarmente presi, né il gene RAS mutato né lo scribble disfunzionale sono in grado di dar origine a un tumore. In una ricerca precedente, invece, il gruppo di lavoro diretto da Xu aveva mostrato come la presenza di entrambe le mutazioni inneschi lo sviluppo di un cancro. Ora i ricercatori hanno dimostrato che per dar origine a un tumore non è necessario che le due mutazioni coesistano nella stessa cellula: una cellula portatrice della mutazione per RAS può diventare maligna se è aiutata in questo percorso da una cellula vicina che è portatrice del gene scribble disfunzionale. Nello studio hanno per esempio osservato che cellule mutanti per RAS degeneravano in tumore quando il tessuto in cui si trovavano subiva una ferita e che il fenomeno era mediato da un processo di segnalazione chiamato via di trasduzione attivata da stress JNK (Jun N terminal kinase), che viene innescato da uno stress ambientale. "Una varietà di condizioni differenti può innescare i segnali di stress: stress fisici o emotivi, infezioni e infiammazioni; e questa è un'altra cattiva notizia", ha proseguito Xu. D'altra parte, osservano i ricercatori, pur mostrando che è più facile di quanto pensato che un cancro "metta radici" nel corpo, il lavoro permette anche di identificare nuovi obiettivi volti a prevenirlo e trattarlo. I ricercatori hanno infatti scoperto che i segnali di stress JNK viaggiano da una cellula all'altra ma anche che tale propagazione può essere bloccata. "Una migliore comprensione dei meccanismi sottostanti allo sviluppo del cancro offre sempre nuovi strumenti per combattere la malattia", ha concluso Xu. (gg)

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