Si tratta dei più antichi del mondo ed avevano scopi terapeutici Roma, 15 lug. (Apcom) - Era fatto con la fuliggine il più antico tatuaggio mai inciso su pelle umana: quello ritrovato su Oetzi, la mummia di un uomo morto 5300 anni fa e ritrovato nel ghiaccio nel 1991 ed oggi conservato in una cella frigorifera visibile al pubblico nel Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano. Di Oetzi gli scienziati hanno analizzato tutto, a cominciare dai suoi abiti, le armi e gli utensili ritrovati vicino a lui; hanno diagnosticato le sue malattie: l'artrite, problemi alla schiena e allo stomaco, ed è stato perfino sequenziato il suo genoma mitocondriale. Oggi i "laboratori" di tatuaggi offrono ai clienti una vasta scelta di coloranti: rossi contenenti mercurio, manganese per il porpora e perfino pigmenti che brillano al buio. Ma 5300 anni fa per i tatuaggi si usava per lo più fuliggine e non venivano fatti per bellezza, ma per scopi terapeutici, come potrebbe essere stato il caso di Oetzi. Lo afferma su Journal of Archeological Science , Maria Anna Pabst, una ricercatrice del Medical University di Graz, Austria , che ha eseguito sui tessuti epidermici dell'uomo di Similaun biopsie con il microscopio elettronico e ottico. Gli arti di Oetzi sono "disegnati" con croci e piccoli gruppi di linee parallele, alcune delle quali incise vicini ai punti dell'agopuntura. Per scoprire con che cosa erano stati fatti quei segni, Anna Pabst ha analizzato minutamente sottili sezioni di pelle prelevate dai tatuaggi ritrovati sull'uomo di Similaun e sezioni di pelle non tatuata. Le analisi sui frammenti di pelle tatuata hanno rivelato la presenza di numerose piccole particelle cosparse di cristalli di forma allungata. Relativamente alla composizione chimica, si è visto che queste particelle sono costituite essenzialmente di fuliggine, mentre i cristalli sono silicati. L'inchiostro di Oetzi, dice la ricercatrice, potrebbe essere stato grattato da rocce che si trovavano intorno ad un fuoco e contenenti silicati. Secondo la Pabst i confratelli di Oetzi potrebbero aver forato in profondità la pelle con una spina per iniettare l' inchiostro fatto con la fuliggine.
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