Fonte: Dedalonews
Un gruppo di scienziati finanziati dall’Agenzia spaziale europea (ESA) ha misurato per la prima volta in laboratorio l’equivalente gravitazionale di un campo magnetico. I dati rilevati, in certe condizioni si discostano da quelli previsti dalla teoria generale della relatività e potrebbero aiutare a fare un passo avanti nella teoria quantica della gravità per descrivere le forze in gioco nell’universo.
Come il movimento di una carica elettrica genera un campo magnetico, così quello di una massa produce un campo gravitomagnetico. Secondo la teoria generale della relatività di Einstein, l’effetto di questo campo dovrebbe essere del tutto trascurabile. Martin Tajmar del centro ricerche austriaco ARC Seibersdorf Research Gmbh, assieme con Clovis de Mator dell’ESA ed altri ricercatori, sono invece riusciti a misurare questo effetto. L’esperimento è stato condotto utilizzando un anello di materiale superconduttore in rotazione a 6.500 giri al minuto.
I superconduttori sono materiali che perdono la resistenza elettrica a basse temperature e, se in rotazione, producono u debole campo magnetico. Misure precedenti sui vettori di corrente nei superconduttori avevano rilevato una discrepanza tra la massa misurata e quella prevista dalla teoria dei quanti. Questa differenza, grazie all’esperimento appena condotto, può essere spiegata dall’apparizione di un campo gravitomagnetico nel superconduttore in rotazione. Piccoli sensori di accelerazione posti in vari punti nei pressi del superconduttore hanno registrato un campo di accelerazione che sembra prodotto dal gravitomagnetismo. In particolare, il campo registrato è cento milioni di trilioni di volte maggiore di quanto previsto dalla teoria della relatività.Se i risultati saranno confermati, l’effetto gravitomagnetico prodotto potrebbe gettare le basi di un settore tecnologico completamente nuovo, con potenziali ricadute sia in tecnologie spaziali che in terrestri. Le proprietà elettromagnetiche dei superconduttori sono spiegate dalla teoria dei quanti assumendo che le particelle portatrici di energia, i fotoni, aumentano di massa. Perfezionando, parallelamente agli esperimenti, il modello teoretico, Tajmar e Matos sono giunti alla conclusione che le particelle gravitazionali, i gravitoni, parallelamente ai fotoni aumentano di massa e in questo modo il campo gravitomagnetico può essere modellato.I risultati della ricerca, che arrivano dopo oltre 250 esperimenti, sono stati presentati il 21 marzo nello stabilimento olandese ESTEC dell’ESA (nella foto, il laboratorio dove sono stati condotti gli esperimenti).
Articolo originale in inglese: http://www.esa.int/esaCP/SEM0L6OVGJE_index_0.html
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