L'orologo biologico non ticchetta per gli uomini, testimoni le paternità avanzate di Michael Douglas, Mick Jagger, Rupert Murdoch, per dirne solo alcuni. O forse ticchetta, ma è più subdolo?
I figli di padri oltre i 45 anni, secondo uno studio australiano pubblicato online sulla Public Library of Science, hanno maggiori difficoltà di concentrazione e minori capacità mnemoniche. E invece i figli delle madri più anziane tendono a cavarsela meglio nei test d'intelligenza rispetto ai compagni nati da madri giovani (forse però non per problemi genetici ma perché sono allevati con più attenzione, suggeriscono i ricercatori).
Lo studio è destinato a fare polemica; intanto è un'analisi retrospettiva sui dati raccolti negli Stati Uniti su oltre 33.500 bambini nati fra il 1959 e il 1965, in tre fasi successive: a otto mesi, quattro e sette anni. John McGrath, a capo del team della Università di Brisbane che ha condotto la ricerca, ha deciso di avvalersi di questa messe di dati di fronte alla crescente tendenza a fare figli in età più avanzata, sia per gli uomini che per le donne.
I bambini erano stati valutati per coordinazione fra mano e occhio, discriminazione sensoriale e conoscenza astratta; i più grandi anche per capacità di lettura, scrittura e nozioni aritmetiche. Secondo McGrath, le capacità neurocognitive dei piccoli decrescevano in maniera sensibile con l'aumentare dell'età del padre. "Il trend di questi dati è relativamente coerente per fasce d'età e funzioni neurocognitive" ha detto McGrath. "Alla luce dell'aumento delle paternità ritardate, le implicazioni cliniche richiedono un esame più accurato". In altre parole: fate figli da giovani.
Lo studio comunque non è in grado di dire se quei bambini degli anni Sessanta più in là recuperarono lo svantaggio coi coetanei. L'età più avanzata del padre potrebbe essere collegata a una serie di problemi congeniti neurologici ma anche all'insorgere di malattie come schizofrenia, dislessia, disordine bipolare, autismo.
Fino ad oggi, molti studi sono stati effettuati sul rischio delle gravidanze in età materna avanzata, e quasi nessuno sui rischi delle paternità ritardate; gli uomini producono cellule spermatiche nuove tutta la vita, caratteristica che si pensava proteggesse la qualità del seme.
Lo studio è destinato a fare polemica; intanto è un'analisi retrospettiva sui dati raccolti negli Stati Uniti su oltre 33.500 bambini nati fra il 1959 e il 1965, in tre fasi successive: a otto mesi, quattro e sette anni. John McGrath, a capo del team della Università di Brisbane che ha condotto la ricerca, ha deciso di avvalersi di questa messe di dati di fronte alla crescente tendenza a fare figli in età più avanzata, sia per gli uomini che per le donne.
I bambini erano stati valutati per coordinazione fra mano e occhio, discriminazione sensoriale e conoscenza astratta; i più grandi anche per capacità di lettura, scrittura e nozioni aritmetiche. Secondo McGrath, le capacità neurocognitive dei piccoli decrescevano in maniera sensibile con l'aumentare dell'età del padre. "Il trend di questi dati è relativamente coerente per fasce d'età e funzioni neurocognitive" ha detto McGrath. "Alla luce dell'aumento delle paternità ritardate, le implicazioni cliniche richiedono un esame più accurato". In altre parole: fate figli da giovani.
Lo studio comunque non è in grado di dire se quei bambini degli anni Sessanta più in là recuperarono lo svantaggio coi coetanei. L'età più avanzata del padre potrebbe essere collegata a una serie di problemi congeniti neurologici ma anche all'insorgere di malattie come schizofrenia, dislessia, disordine bipolare, autismo.
Fino ad oggi, molti studi sono stati effettuati sul rischio delle gravidanze in età materna avanzata, e quasi nessuno sui rischi delle paternità ritardate; gli uomini producono cellule spermatiche nuove tutta la vita, caratteristica che si pensava proteggesse la qualità del seme.
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