giovedì 19 marzo 2009

Una nuova sfida per IBM: "hstp", ovvero "hyper-speech transfer protocol".


L'Ibm sta progettando un nuovo protocollo di comunicazione, interamente vocale: invece di collegare ipertesti metterà insieme un nuovo tipo di oggetti, detti "ipervoci".
di ALESSIO BALBI
CON i telefonini destinati a diventare il mezzo di comunicazione di gran lunga più diffuso sulla faccia della Terra, molti si adoperano per portare internet sui cellulari. Qualcuno, invece, lavora per creare una nuova internet, fatta non più di ipertesti, ma di voci. I laboratori indiani del colosso dell'informatica Ibm stanno progettando un nuovo protocollo di comunicazione, interamente vocale, sul modello di quello (l'http) alla base dell'odierna internet. L'hanno chiamato "hstp", ovvero "hyper-speech transfer protocol", perché invece di collegare ipertesti metterà insieme un nuovo tipo di oggetti, detti "ipervoci". Non meraviglia che l'idea venga da Ibm, uno dei principali attori sul mercato del riconoscimento vocale. Lo scenario immaginato dai ricercatori è abbastanza semplice: usare il browser del proprio telefonino sarà un po' come chiamare uno di quei sistemi a risposta automatica che chiedono "Digitare 1 per l'opzione A, digitare 2 per l'opzione B". Le differenze fondamentali saranno due: la scelta delle opzioni non avverrà premendo i pulsanti del telefono, ma parlando nella cornetta. E questi comandi vocali permetteranno non solo di navigare nelle sezioni di un singolo numero telefonico, ma di saltare da un sito all'altro di questa nuova rete, proprio come avviene con le pagine di internet. Un esempio concreto: un utente di questa futura internet vocale che voglia regalare una pianta, potrà parlare con un motore di ricerca e chiedere che gli sia proposta una lista di fiorai nella sua zona. Per essere condotto al sito vocale dell'esercente prescelto, gli basterà pronunciarne il nome. Una volta effettuato l'ordine, sarà trasferito tramite una connessione protetta su un altro sito dove, sempre a voce, comunicherà gli estremi della sua carta di credito per completare la transizione.
Un sistema del genere potrà sembrare rozzo e inefficiente per chi è abituato alle meraviglie multimediali della banda larga. Ma i telefonini si stanno diffondendo a velocità sorprendente in zone, come l'Africa povera e l'India rurale, dove i computer e l'internet veloce sono ancora molto di là da venire. Ed è proprio a queste realtà che si rivolge il progetto Ibm. I ricercatori sono convinti che l'adozione del nuovo protocollo, attualmente in sperimentazione in alcune regioni dell'India, sarà spinta dalla facilità d'accesso e dalla possibilità per chiunque di creare in pochi passi il proprio sito vocale. Eppure, le ricadute della ricerca potrebbero essere ben più ampie: si è da tempo diffusa la convinzione che le tastiere, così come sono configurate attualmente, non siano lo strumento adatto per comandare computer e telefonini in mobilità. L'idea che la voce possa un giorno sostituirsi ai tasti è un vecchio cavallo di battaglia, fra gli altri, del fondatore di Microsoft Bill Gates. Google ha recentemente introdotto la possibilità, per chi naviga con l'Apple iPhone, di effettuare ricerche parlando nel microfono del cellulare. Se l'hstp avrà la capacità, non di sostituirsi, ma di sovrapporsi alla rete come la conosciamo oggi, potrebbe aprirsi un nuovo scenario nell'interazione tra i navigatori e internet.

(19 marzo 2009)

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