Il gene ricominciò a venire letto e trascritto per produrre proteine probabilmente in seguito all'inserzione di un retrovirus nel genoma ancestrale.
E' stato scoperto un gene che, "morto" nel corso della storia evolutiva dell'uomo, dopo milioni di anni è "risorto" per tornare a far parte del nostro genoma.Si tratta del gene "tronco" IRGM, che ha fatto fa la propria ricomparsa nel lignaggio dell'uomo e delle grandi scimmie dopo un lungo lasso di tempo in cui era sparito. Lo studio, condotto presso i laboratori di genetica dell'Università di Washington e dello Howard Hughes Medical Institute è stato diretto da Evan Eichler ed è ora pubblicato sulla rivista on line ad accesso pubblico PLoS Genetics.Il gene "tronco" IRGM è uno dei soli due geni di questo tipo rimasti nell'essere umano. Si tratta di geni per la GTPasi immuno-correlata, un tipo di gene che aiuta i mammiferi a resistere a microrganismi come quello della tubercolosi e la salmonella che cercano di invadere le cellule. A differenza dell'uomo, la maggioranza degli altri mammiferi possiede svariati geni di questo tipo. Il topo, per esempio, possiede 21 GTPasi immuno-correlate. L'interesse medico di questi geni è stato ignorato fino a poco tempo fa, quando i ricercatori hanno associato specifiche mutazioni al rischio di sviluppare la malattia di Crohn, una patologia infiammatoria dell'apparato digerente.Nello studio i ricercatori hanno ricostruito la storia evolutiva del locus IRGM nei primati, scoprendo che la maggior parte dei cluster di geni era stata eliminata passando da un molteplicità di copie a un'unica copia nel corso della prima fase di evoluzione dei primati, circa 50 milioni di anni fa. Dal confronto dei genomi di scimmie del Vecchio e del Nuovo Mondo è quindi apparso che l'ultima copia "morì", ossia divenne non funzionale, nel loro comune antenato. I resti del gene continuarono a essere ereditati per milioni di anni. Poi nell'antenato comune dell'uomo e delle grandi scimmie successe qualcosa di inaspettato: il gene ricominciò a venire letto e trascritto per produrre proteine. I dati raccolti suggeriscono che questo cambiamento sia coinciso con l'inserzione di un retrovirus nel genoma ancestrale. "Il gene IRGM era morto e poi risorto attraverso una complessa serie di eventi strutturali"; ha detto Eichler. "Queste scoperte ci di cono che dovremmo continuare a conteggiare un gene fino a che non sia completamente distrutto."Le analisi strutturali, ha aggiunto, suggeriscono una notevole plasticità strutturale nei geni che sono sottoposti nel tempo a una varietà di pressioni evolutive. Questa plasticità può essere particolarmente utile nel caso di geni che potrebbero aiutare a combattere nuovi agenti infettivi o agenti infettivi che abbiano acquisito resistenza. (gg)
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