martedì 17 marzo 2009

Nanosonde antitumorali

Le nanosonde contengono l'anticorpo erceptina, usato nel trattamento del cancro metastatico: iniettate nel corpo in soluzione salina, andrebbero a vincolarsi ai marcatori proteici sulla superficie delle cellule tumorali.
Una nanosonda in grado di localizzare i tumori, e che in futuro potrebbe essere ingegnerizzata per aggredire le cellule tumorali, rilasciando in modo molto mirato molecole di farmaco: è questo il risultato di una ricerca condotta da Joseph Irudayaraj, docente di ingegneria agricola e biologica presso la Purdue University.Finora, nei laboratori sono state sviluppate sonde che sfruttano nanobarre d'oro o particelle magnetiche: le nanosonde di Irudayaraj invece sfruttano entrambe le tecnologie, rendendo più agevole il tracciamento con differenti sistemi di imaging via via che si muovono nell'organismo verso le cellule cancerose.Le particelle magnetiche infatti possono essere rivelate utilizzando la tecnica di risonanza magnetica (MRI), mentre le nanosbarre d'oro sono luminescenti e possono essere tracciate grazie alla microscopia, un processo più sensibile e preciso. L'MRI per contro ha il vantaggio di poter arrivare più in profondità nei tessuti, ampliando il potenziale campo di applicazione della nuova tecnica. In sostanza, le nanosonde, delle dimensioni 1000 volte più ridotte di un capello umano, contengono l'anticorpo erceptina, utilizzato nel trattamento del cancro metastatico. Esse verrebbero iniettate nel corpo in soluzione salina, e l'erceptina le indurrebbe a vincolarsi ai marcatori proteici sulla superficie delle cellule tumorali."Quando la cellula esprime un marcatore proteico complementare all'erceptina, questa vi si può attaccare, rilasciando un farmaco; ora stiamo sviluppando proprio la tecnologia che consentirà il rilascio. "Le nuove sonde così realizzate sono state testate in cellule in coltura, come descritto in un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista “Angewandte Chemie”. Il prossimo passo, secondo quanto dichiarato dai ricercatori, dovrà essere una serie di test nel modello murino per determinare la dose e la stabilità delle sonde. (fc)

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