Fonte: Galileo
-------------------
Science, Pnas e PloS Genetics pubblicano i risultati delle ricerche che hanno portato al sequenziamento del codice genetico del mais.
È il mais, dopo il riso e il sorgo, il terzo cereale il cui genoma è stato completamente sequenziato. Ci sono voluti trenta milioni di dollari e quattro anni di assiduo lavoro da parte di diversi gruppi di ricerca, uniti nel "Progetto genoma mais". Ai vari studi che hanno contribuito alla conclusione del progetto, Science, PloS Genetics e Pnas hanno dedicato le rispettive copertine. Il genoma ottenuto dai ricercatori conta 32.000 geni distribuiti su dieci cromosomi, per un totale di due miliardi di basi (le lettere del Dna). Quello umano ne ha quasi tre miliardi ma è formato da 20.000 geni su 23 cromsomi. Non è tanto però l'ampiezza o la complessità di questo codice genetico ad aver colpito i ricercatori, quanto il fatto che sia composto da due genomi separati fusi tra loro e che sia composto per l'85 per cento da trasposoni, elementi mobili di Dna ripetuti spesso più volte. Questi elementi potrebbero fornire indizi utili sulla variabilità genetica e sulla funzione dei vari geni presenti nel genoma.
Il Dna sequenziato appartiene a un tipo di mais chiamato mais B73 il quale è ampiamente usato negli studi di genetica e in agricoltura - sia per la produzione alimentare sia di biocombustibili - e dal quale provengono numerose varietà. E molte altre se ne potrebbero ottenere ancora: il lavoro di questi quattro anni potrebbe permettere infatti di sviluppare tipi di mais di resistenti a virus e agenti patogeni o a condizioni climatiche difficili come la mancanza d'acqua. (c.v.) Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1183463 PloS Genetics doi:10.1371/journal.pgen.1000711 doi:10.1371/journal.pgen.1000728 doi:10.1371/journal.pgen.1000715 Pnas doi:10.1073/pnas.0904742106 doi:10.1073/pnas.0908008106 doi:10.1073/pnas.0906498106
Il Dna sequenziato appartiene a un tipo di mais chiamato mais B73 il quale è ampiamente usato negli studi di genetica e in agricoltura - sia per la produzione alimentare sia di biocombustibili - e dal quale provengono numerose varietà. E molte altre se ne potrebbero ottenere ancora: il lavoro di questi quattro anni potrebbe permettere infatti di sviluppare tipi di mais di resistenti a virus e agenti patogeni o a condizioni climatiche difficili come la mancanza d'acqua. (c.v.) Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1183463 PloS Genetics doi:10.1371/journal.pgen.1000711 doi:10.1371/journal.pgen.1000728 doi:10.1371/journal.pgen.1000715 Pnas doi:10.1073/pnas.0904742106 doi:10.1073/pnas.0908008106 doi:10.1073/pnas.0906498106
Nessun commento:
Posta un commento