Fonte: Le Scienze
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I due oggetti scoperti, indicati dalle sigle SDSS 0922+2928 e SDSS 1102+2054, hanno uno spettro caratteristico che conferma i modelli teorici sulla conclusione del ciclo di vita delle stelle massicce.
Un gruppo di astrofisici delle Università di Warwick, nel Regno Unito, e di Kiel, in Germania, ha scoperto due corpi celesti dotati di atmosfere ricche di ossigeno. Con grande sorpresa dei ricercatori, tuttavia, non si tratta di pianeti ma di due stelle, e precisamente di nane bianche.
Battezzate, rispettivamente, con le sigle SDSS 0922+2928 e SDSS 1102+2054, le due stelle distano dalla Terra circa 400 e 220 anni luce e sono ciò che resta di stelle massicce arrivate al termine del loro ciclo evolutivo, che hanno cioè esaurito tutto il loro combustibile nucleare.
Secondo i modelli teorici, le stelle di massa pari a circa 7-10 volte quella del Sole, una volta consumato tutto il proprio idrogeno, l'elio e il carbonio, giungono al termine del proprio ciclo vitale in forma di nane bianche con nuclei molto ricchi di ossigeno oppure diventano supernove e collassano in stelle di neutroni.
Sfortunatamente, la maggior parte delle nane bianche ha un involucro di idrogeno o di elio che, sebbene di massa limitata, è spesso sufficiente a schermare il nucleo dal un'osservazione diretta.
Tuttavia, se un simile nucleo perde il suo involucro di idrogeno residuo è possibile in linea di principio rivelare uno spettro della superficie della nana bianca estremamente ricco di ossigeno.
Grazie all'analisi di un database astronomico dello Sloan Digital Sky Survey (SDSS), i partecipanti a quest'ultimo studio hanno scoperto due nane bianche con una notevole abbondanza di ossigeno nelle loro atmosfere.
"Queste abbondanze dell'ossigeno implicano che si tratta di nane bianche che mostrano i loro nuclei di ossigeno e neon, e probabilmente discendono dalle più massicce progenitrici di questa classe di stelle”, ha concluso Boris Gänsicke dell'Università di Warwick, coautore dell'articolo apparso sulla rivista "Science". (fc)
Battezzate, rispettivamente, con le sigle SDSS 0922+2928 e SDSS 1102+2054, le due stelle distano dalla Terra circa 400 e 220 anni luce e sono ciò che resta di stelle massicce arrivate al termine del loro ciclo evolutivo, che hanno cioè esaurito tutto il loro combustibile nucleare.
Secondo i modelli teorici, le stelle di massa pari a circa 7-10 volte quella del Sole, una volta consumato tutto il proprio idrogeno, l'elio e il carbonio, giungono al termine del proprio ciclo vitale in forma di nane bianche con nuclei molto ricchi di ossigeno oppure diventano supernove e collassano in stelle di neutroni.
Sfortunatamente, la maggior parte delle nane bianche ha un involucro di idrogeno o di elio che, sebbene di massa limitata, è spesso sufficiente a schermare il nucleo dal un'osservazione diretta.
Tuttavia, se un simile nucleo perde il suo involucro di idrogeno residuo è possibile in linea di principio rivelare uno spettro della superficie della nana bianca estremamente ricco di ossigeno.
Grazie all'analisi di un database astronomico dello Sloan Digital Sky Survey (SDSS), i partecipanti a quest'ultimo studio hanno scoperto due nane bianche con una notevole abbondanza di ossigeno nelle loro atmosfere.
"Queste abbondanze dell'ossigeno implicano che si tratta di nane bianche che mostrano i loro nuclei di ossigeno e neon, e probabilmente discendono dalle più massicce progenitrici di questa classe di stelle”, ha concluso Boris Gänsicke dell'Università di Warwick, coautore dell'articolo apparso sulla rivista "Science". (fc)
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