Fonte: Galileo
------------------------
L’autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha abbassato la soglia dell’apporto massimo giornaliero (Adi) di tre coloranti alimentari artificiali: il giallo di chinolina (E104), rosso Ponceau 4 R (E124), e l’arancione Sunset Yellow (E112). Secondo l’ente, infatti, ciascuna delle tre sostanze potrebbe avere effetti dannosi su adulti e bambini in seguito a una esposizione prolungata.
L’Efsa ha rivalutato le Adi di questi additivi alimentari su richiesta della Commissione Europea. Uno studio dell’Università di Southampton, pubblicato sul Lancet nel 2007, ipotizzava infatti una correlazione tra l’iperattività infantile e l’assunzione della miscela di sei coloranti (oltre ai tre citati erano nella lista anche l’E102, l’E122 e l’E129) e del conservante benzoato di sodio, presenti in numerosi alimenti, soprattutto bevande, dessert e prodotti da forno. Alla luce delle nuove indagini da parte dell’Efsa, però, non sembrano esserci prove scientifiche che dimostrino l’associazione. I ricercatori hanno comunque trovato altre ragioni che richiedono l’abbassamento dei limiti almeno per E104, E124 ed E112. “Tenendo conto dei risultati di Southampton abbiamo rivalutato le soglie di accettabilità dei coloranti, ma non esistono dati che confermino il ruolo delle singole sostanze nell’insorgenza di disturbi del comportamento - ha dichiarato John Larsen, a capo dell’Efsa - e abbiamo diminuito l’Adi di tre di esse per motivi differenti da quello ipotizzato”.
I nuovi limiti sono stati determinati sulla base dei livelli di tossicità osservati negli animali da laboratorio in studi sugli effetti a lungo termine dei coloranti. In particolare, la dose massima di apporto per il colorante E104 è passata dal range 0-10 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (mg/kg bw/day) a un massimo di 0,5 perché la sostanza sembra compromettere la riproduzione e lo sviluppo della prole nei topi; l’E124 - la cui Adi è passata dal range 0-4 mg/kg bw/day a 0,7 - potrebbe essere invece connesso a disfunzioni renali di tipo non infiammatorio; l’adi di E112 è stata invece diminuita dal range 0-2,25 mg/kg bw/day a 1 (la soglia sarà mantenuta per un periodo di due anni a meno che nuovi studi non ne confermino la tossicità sull’apparato riproduttivo e sul fegato). (s.l.)
Fonte: Efsa
L’Efsa ha rivalutato le Adi di questi additivi alimentari su richiesta della Commissione Europea. Uno studio dell’Università di Southampton, pubblicato sul Lancet nel 2007, ipotizzava infatti una correlazione tra l’iperattività infantile e l’assunzione della miscela di sei coloranti (oltre ai tre citati erano nella lista anche l’E102, l’E122 e l’E129) e del conservante benzoato di sodio, presenti in numerosi alimenti, soprattutto bevande, dessert e prodotti da forno. Alla luce delle nuove indagini da parte dell’Efsa, però, non sembrano esserci prove scientifiche che dimostrino l’associazione. I ricercatori hanno comunque trovato altre ragioni che richiedono l’abbassamento dei limiti almeno per E104, E124 ed E112. “Tenendo conto dei risultati di Southampton abbiamo rivalutato le soglie di accettabilità dei coloranti, ma non esistono dati che confermino il ruolo delle singole sostanze nell’insorgenza di disturbi del comportamento - ha dichiarato John Larsen, a capo dell’Efsa - e abbiamo diminuito l’Adi di tre di esse per motivi differenti da quello ipotizzato”.
I nuovi limiti sono stati determinati sulla base dei livelli di tossicità osservati negli animali da laboratorio in studi sugli effetti a lungo termine dei coloranti. In particolare, la dose massima di apporto per il colorante E104 è passata dal range 0-10 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (mg/kg bw/day) a un massimo di 0,5 perché la sostanza sembra compromettere la riproduzione e lo sviluppo della prole nei topi; l’E124 - la cui Adi è passata dal range 0-4 mg/kg bw/day a 0,7 - potrebbe essere invece connesso a disfunzioni renali di tipo non infiammatorio; l’adi di E112 è stata invece diminuita dal range 0-2,25 mg/kg bw/day a 1 (la soglia sarà mantenuta per un periodo di due anni a meno che nuovi studi non ne confermino la tossicità sull’apparato riproduttivo e sul fegato). (s.l.)
Fonte: Efsa
Nessun commento:
Posta un commento