giovedì 19 novembre 2009

Influenza: l’Europa al lavoro sul vaccino del futuro.

Fonte: Euronews
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Ogni anno l’influenza uccide centinaia di migliaia di persone. Ne contagia milioni e ci costa miliardi. Per contrastare il virus abbiamo i vaccini, ma sono realizzati con una tecnologia antiquata, che non consente una produzione su larga scala.
Per questo, a Vienna, si lavora al progetto di ricerca europeo “Fluvacc”. L’obiettivo è realizzare un nuovo vaccino, da assumere per via nasale. Philippe Neth è uno studente di medicina che lo ha già provato: “Potendo scegliere fra iniezioni intramuscolari e spray nasale – dice -, preferisco senza dubbio lo spray. Non fa male ed è anche più rapido”.
Gli spray nasali rendono la vaccinazione più semplice, soprattutto per chi è più vulnerabile e ha paura delle iniezioni: i bambini.
“Il nostro obiettivo – spiega dall’Università di Vienna la pediatra e immunologa Elisabeth Foerster-Waldl – è quello di far aumentare il numero delle persone vaccinate, soprattutto fra coloro che soffrono di malattie croniche. Diamo quindi il benvenuto a qualsiasi soluzione che faciliti questo compito e venga accettata con favore dai pazienti”.
Lo spray nasale è una soluzione più semplice e pratica, anche perché consentirebbe di vaccinarsi da soli e direttamente a casa propria.
“Il paziente potrà vaccinarsi da solo, senza neanche andare dal medico – conferma Volker Wachek, farmacologo molecolare all’Università di Vienna -. In base ai risultati delle analisi effettuate sul sangue, sembra inoltre che si tratti di un vaccino più efficace. Se parliamo quindi di misure da adottare contro un’epidemia, lo spray nasale dovrebbe offrire una protezione maggiore rispetto alle tradizionali iniezioni intramuscolari”.
La particolare efficacia di questo vaccino dipenderebbe proprio dal fatto che si tratta di uno spray nasale. In quanto tale, agisce infatti esattamente dove si sviluppa l’infezione.
Grazie ai nuovi modelli produttivi sviluppati nei laboratori di Vienna, il progetto Fluvacc promette però di risolvere anche un altro genere di problemi.
“Abbiamo prodotto il nostro vaccino grazie alla cosiddetta ‘genetica inversa’ – spiega il coordinatore Thomas Muster -. Questo significa che possiamo accelerare tutti i processi. In appena tre o quattro giorni siamo in grado di riprodurre ogni ceppo influenzale. Che si tratti di influenza stagionale o epidemica. E partire così con la produzione del vaccino”.
I ricercatori hanno prima identificato il gene, la proteina che rende il virus pericoloso e invisibile al corpo umano. Poi lo hanno cancellato.
“Prima rimuoviamo la proteina che rende il virus invisibile al corpo umano – racconta il virologo Andrej Igorov -. Quando poi iniettiamo il vaccino per via nasale, le cellule riconoscono l’arrivo del virus. Il corpo reagisce quindi immediatamente e ne impedisce la diffusione”.
I vaccini tradizionali vengono prodotti iniettando i virus nelle uova di gallina. Nel caso di un’epidemia, questo sistema non consente però una produzione su vasta scala. Una limitazione a cui i ricercatori hanno cercato di porre rimedio, ricorrendo in alternativa alle colture cellulari.
“Rispetto al metodo tradizionale costituiscono un vantaggio considerevole – conferma ancora Muster -, perché ci sono persone allergiche alle uova, che rischiano lo shock anafilattico. Un pericolo, che con questo nuovo vaccino, invece non esiste”.
Nel progetto è coinvolta anche Lubiana, la capitale della Slovenia. Qui i ricercatori hanno sviluppato una nuova tecnologia per “purificare” il vaccino. L’ultimo passo, prima che possa essere utilizzato e somministrato.
Nel laboratorio “Bia” arriva il vaccino prodotto con le colture cellulari. Un farmaco, quindi non ancora in circolazione. “La particella virale, che è alla base del vaccino – spiega il direttore Ales Strancar -, viene preparata in una specie di ‘brodo’, dove troviamo fra dieci e ventimila sostanze differenti. Fra queste, soltanto una può servire al vaccino. Dobbiamo quindi isolarla in modo che resti più pura possibile, perché altre componenti potrebbero non essere buone o addirittura velenose”.
Visto al microscopio, il brodo appare come una massa scura. All’interno, dei puntini bianchi che sono il vaccino. Accanto, altri più grandi sono invece impurità che ora possono essere rimosse, con una reazione chimica, ottenuta grazie a un nuovo “filtro intelligente”.
“Per il paziente – prosegue Strancar – questo significa avere farmaci più sicuri, più economici, e in alcuni casi ottenerli anche in tempi più brevi”.
La speranza degli scienziati è che grazie a questi sviluppi, aumenti il numero delle persone che vorranno sottoporsi al vaccino. Secondo Franc Strle, uno dei più grandi esperti sloveni in materia, c‘è un solo modo per arginare l’influenza e fermare le epidemie: proprio i vaccini. “Stranamente – dice – continuiamo a sottovalutare il fatto che centinaia di migliaia di persone muoiono ogni anno d’influenza. Ci siamo abituati. E non facciamo niente di particolare per evitarlo”.
Anche se i suoi effetti collaterali sono molto più ridotti di quanto si pensi, in Slovenia si è sottoposto al vaccino appena il 10% della popolazione. “Nessuno – commenta Strle – si chiede se gli air-bag siano importanti, eppure nelle auto ci sono. Di recente ho letto una statistica, secondo cui su 800 persone che salvano, ne uccidono anche 20. Ma nessuno mette in discussione il fatto che servano. Li consideriamo necessari. Ebbene: in proporzione, il vaccino contro l’influenza è molto più sicuro”.
Nei laboratori di Vienna, i ricercatori sostengono che il nuovo vaccino sarà più efficace, perché potrà difenderci sia dal virus, che dalle sue possibili mutazioni. “I risultati dei primi test clinici – dice ancora Thomas Muster -, ci hanno confermato che il nostro vaccino sarà in grado di offrire una protezione maggiore contro l’influenza. Sempre secondo gli stessi test, i suoi effetti collaterali saranno inoltre particolarmente ridotti”.
L’influenza non sarà mai del tutto debellata. Possiamo però combatterla meglio e prepararci ad affrontare nuove epidemie. Questo è l’obiettivo che si propongono gli scienziati, ora impegnati in una corsa contro il tempo, per reinventare la lotta all’influenza.

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