Notizie e curiosità in ambito scientifico. Un blog di Fausto Intilla (teorico, aforista, inventore e divulgatore scientifico). Official Website: www.oloscience.com
giovedì 26 novembre 2009
CERN (LHC): Sulla questione dei mini buchi neri.
domenica 22 novembre 2009
Psoriasi e asma: scoperto un nuovo tipo di cellula immunitaria.
Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College Londra: http://www.imperial.ac.uk Journal of Clinical Investigation (JCI): http://www.jci.org Progetto SENS-IT-IV: http://www.sens-it-iv.eu
ARTICOLI CORRELATI: 28960, 30487
Categoria: Risultati dei progettiFonte: Imperial College London; Journal of Clinical InvestigationDocumenti di Riferimento: Eyerich, S. et al. (2009) Th22 cells represent a distinct human T cell subset involved in epidermal immunity and remodelling. JCI, pubblicato online il 16 novembre. DOI: 10.1172/JCI40202.Acronimi dei Programmi: MS-D C, MS-I C, MS-UK C, FP6-INTEGRATING, FP6-LIFESCIHEALTH, FRAMEWORK 6C-->Codici di Classificazione per Materia: Coordinamento, cooperazione; Scienze biologiche; Medicina, sanità; Ricerca scientifica
RCN: 31487
Sindrome di Down: si può sperare in future terapie farmacologiche.
L'origine delle miniere di Nickel.
Microrganismi capaci di individuare con precisione gli ordigni.
Secondo l'organizzazione Handicap International, ogni anno tra le 15.000 e le 20.000 persone muoiono o risultano ferite a causa di mine inesplose, ancora sotterrate in 87 paesi del mondo, tra cui Somalia, ex-Yugoslavia, Cambogia, Iraq ed Afghanistan. Le mine antipersona – di cui l'Italia è stata uno dei principali paesi produttori fino al 1994 – uccidono dieci volte più civili che soldati, e tre vittime su dieci sono bambini. Il principale freno all'eliminazione delle mine terrestri è di natura economica: il loro stesso uso sarebbe obsoleto se si scoprisse un metodo capace di rendere la rimozione meno costosa della costruzione e del posizionamento.
La soluzione proposta dagli studenti scozzesi renderebbe possibile bonificare aree estese con risultati visibili in poche ore. Inoltre, sebbene non ci siano ancora piani per commercializzare il prodotto, i ricercatori sostengono che la loro sia un'alternativa accessibile ed economica rispetto agli attuali sensori anti-mine. “Il nostro studio - spiegato Alistair Elfick, supervisore del progetto - mostra quanto le innovazioni scientifiche possano giovare alla società in senso ampio, e come grazie alle nuove tecnologie sia possibile manipolare le molecole destinandole a un uso specifico". (a.p.)
Riferimento: University of Edinburgh
Completato il sequenziamento del codice genetico del mais.
Il Dna sequenziato appartiene a un tipo di mais chiamato mais B73 il quale è ampiamente usato negli studi di genetica e in agricoltura - sia per la produzione alimentare sia di biocombustibili - e dal quale provengono numerose varietà. E molte altre se ne potrebbero ottenere ancora: il lavoro di questi quattro anni potrebbe permettere infatti di sviluppare tipi di mais di resistenti a virus e agenti patogeni o a condizioni climatiche difficili come la mancanza d'acqua. (c.v.) Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.1183463 PloS Genetics doi:10.1371/journal.pgen.1000711 doi:10.1371/journal.pgen.1000728 doi:10.1371/journal.pgen.1000715 Pnas doi:10.1073/pnas.0904742106 doi:10.1073/pnas.0908008106 doi:10.1073/pnas.0906498106
sabato 21 novembre 2009
IBM: entro 10 anni creeremo un cervello umano artificiale.
I progressi compiuti nella simulazione corticale su grande scala hanno permesso di sviluppare un algoritmo che sintetizza i dati neurologici: in pratica Ibm sostiene che sia possibile costruire un chip per il calcolo cognitivo.
Il supercomputer utilizzato - che, al contrario di quanto si possa pensare, non è il più potente al mondo ma solo il quarto per pura potenza di calcolo - è il Dawn Blue Gene/P del Lawrence Livermore National Lab, con 147.456 processori e 144 terabyte di memoria.
È stata l'unione di questo hardware e dell'algoritmo sviluppato dagli scienziati, a permettere di emulare il funzionamento della corteccia cerebrale di un gatto, ossia di 1 miliardo di neuroni e 10 trilioni di singole sinapsi di apprendimento.
Ibm e soci, completata con successo la "fase 0", hanno ricevuto 16,1 milioni di dollari di finanziamenti supplementari dalla Darpa per passare alla "fase 1" del progetto SyNAPSE (Systems of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics), ossia il tentativo di un costruire un prototipo di chip e avvicinarsi, col tempo, all'intelligenza dei mammiferi e utilizzando allo stesso tempo una quantità significativamente minore di energia rispetto ai sistemi di calcolo attuali.
"L'obiettivo del programma SyNAPSE è creare nuovi componenti elettronici, hardware e architettura in grado di comprendere, adattarsi e rispondere a un ambiente informativo in modi che estendono il calcolo tradizionale, per comprendere le capacità fondamentalmente differenti presenti nei cervelli biologici", spiega il program manager della Darpa, Todd Hylton.
E già si guarda a un futuro - forse tra soli 10 anni - in cui sarà possibile creare un cervello umano artificiale.
giovedì 19 novembre 2009
Influenza: l’Europa al lavoro sul vaccino del futuro.
Per questo, a Vienna, si lavora al progetto di ricerca europeo “Fluvacc”. L’obiettivo è realizzare un nuovo vaccino, da assumere per via nasale. Philippe Neth è uno studente di medicina che lo ha già provato: “Potendo scegliere fra iniezioni intramuscolari e spray nasale – dice -, preferisco senza dubbio lo spray. Non fa male ed è anche più rapido”.
Gli spray nasali rendono la vaccinazione più semplice, soprattutto per chi è più vulnerabile e ha paura delle iniezioni: i bambini.
“Il nostro obiettivo – spiega dall’Università di Vienna la pediatra e immunologa Elisabeth Foerster-Waldl – è quello di far aumentare il numero delle persone vaccinate, soprattutto fra coloro che soffrono di malattie croniche. Diamo quindi il benvenuto a qualsiasi soluzione che faciliti questo compito e venga accettata con favore dai pazienti”.
Lo spray nasale è una soluzione più semplice e pratica, anche perché consentirebbe di vaccinarsi da soli e direttamente a casa propria.
“Il paziente potrà vaccinarsi da solo, senza neanche andare dal medico – conferma Volker Wachek, farmacologo molecolare all’Università di Vienna -. In base ai risultati delle analisi effettuate sul sangue, sembra inoltre che si tratti di un vaccino più efficace. Se parliamo quindi di misure da adottare contro un’epidemia, lo spray nasale dovrebbe offrire una protezione maggiore rispetto alle tradizionali iniezioni intramuscolari”.
La particolare efficacia di questo vaccino dipenderebbe proprio dal fatto che si tratta di uno spray nasale. In quanto tale, agisce infatti esattamente dove si sviluppa l’infezione.
Grazie ai nuovi modelli produttivi sviluppati nei laboratori di Vienna, il progetto Fluvacc promette però di risolvere anche un altro genere di problemi.
“Abbiamo prodotto il nostro vaccino grazie alla cosiddetta ‘genetica inversa’ – spiega il coordinatore Thomas Muster -. Questo significa che possiamo accelerare tutti i processi. In appena tre o quattro giorni siamo in grado di riprodurre ogni ceppo influenzale. Che si tratti di influenza stagionale o epidemica. E partire così con la produzione del vaccino”.
I ricercatori hanno prima identificato il gene, la proteina che rende il virus pericoloso e invisibile al corpo umano. Poi lo hanno cancellato.
“Prima rimuoviamo la proteina che rende il virus invisibile al corpo umano – racconta il virologo Andrej Igorov -. Quando poi iniettiamo il vaccino per via nasale, le cellule riconoscono l’arrivo del virus. Il corpo reagisce quindi immediatamente e ne impedisce la diffusione”.
I vaccini tradizionali vengono prodotti iniettando i virus nelle uova di gallina. Nel caso di un’epidemia, questo sistema non consente però una produzione su vasta scala. Una limitazione a cui i ricercatori hanno cercato di porre rimedio, ricorrendo in alternativa alle colture cellulari.
“Rispetto al metodo tradizionale costituiscono un vantaggio considerevole – conferma ancora Muster -, perché ci sono persone allergiche alle uova, che rischiano lo shock anafilattico. Un pericolo, che con questo nuovo vaccino, invece non esiste”.
Nel progetto è coinvolta anche Lubiana, la capitale della Slovenia. Qui i ricercatori hanno sviluppato una nuova tecnologia per “purificare” il vaccino. L’ultimo passo, prima che possa essere utilizzato e somministrato.
Nel laboratorio “Bia” arriva il vaccino prodotto con le colture cellulari. Un farmaco, quindi non ancora in circolazione. “La particella virale, che è alla base del vaccino – spiega il direttore Ales Strancar -, viene preparata in una specie di ‘brodo’, dove troviamo fra dieci e ventimila sostanze differenti. Fra queste, soltanto una può servire al vaccino. Dobbiamo quindi isolarla in modo che resti più pura possibile, perché altre componenti potrebbero non essere buone o addirittura velenose”.
Visto al microscopio, il brodo appare come una massa scura. All’interno, dei puntini bianchi che sono il vaccino. Accanto, altri più grandi sono invece impurità che ora possono essere rimosse, con una reazione chimica, ottenuta grazie a un nuovo “filtro intelligente”.
“Per il paziente – prosegue Strancar – questo significa avere farmaci più sicuri, più economici, e in alcuni casi ottenerli anche in tempi più brevi”.
La speranza degli scienziati è che grazie a questi sviluppi, aumenti il numero delle persone che vorranno sottoporsi al vaccino. Secondo Franc Strle, uno dei più grandi esperti sloveni in materia, c‘è un solo modo per arginare l’influenza e fermare le epidemie: proprio i vaccini. “Stranamente – dice – continuiamo a sottovalutare il fatto che centinaia di migliaia di persone muoiono ogni anno d’influenza. Ci siamo abituati. E non facciamo niente di particolare per evitarlo”.
Anche se i suoi effetti collaterali sono molto più ridotti di quanto si pensi, in Slovenia si è sottoposto al vaccino appena il 10% della popolazione. “Nessuno – commenta Strle – si chiede se gli air-bag siano importanti, eppure nelle auto ci sono. Di recente ho letto una statistica, secondo cui su 800 persone che salvano, ne uccidono anche 20. Ma nessuno mette in discussione il fatto che servano. Li consideriamo necessari. Ebbene: in proporzione, il vaccino contro l’influenza è molto più sicuro”.
Nei laboratori di Vienna, i ricercatori sostengono che il nuovo vaccino sarà più efficace, perché potrà difenderci sia dal virus, che dalle sue possibili mutazioni. “I risultati dei primi test clinici – dice ancora Thomas Muster -, ci hanno confermato che il nostro vaccino sarà in grado di offrire una protezione maggiore contro l’influenza. Sempre secondo gli stessi test, i suoi effetti collaterali saranno inoltre particolarmente ridotti”.
L’influenza non sarà mai del tutto debellata. Possiamo però combatterla meglio e prepararci ad affrontare nuove epidemie. Questo è l’obiettivo che si propongono gli scienziati, ora impegnati in una corsa contro il tempo, per reinventare la lotta all’influenza.
Riparte il super acceleratore LHC: Lucio Rossi (CERN), "Ecco dove abbiamo sbagliato".
Fonte: Il Sussidiario
Il SuperAcceleratore è di ritorno: quattrocentotrenta giorni di lavoro duro è la distanza che ci separa da quel mattino del 19 settembre 2008 in cui bruciò una connessione tra magneti superconduttori e bruciò anche le speranze di un rapido – e quasi facile – avvio di una fase in cui avremmo osservato “cose mai viste”. Tutto concorreva a convincerci di avercela fatta. I successi tecnici durante la costruzione, i ritardi modesti (circa otto mesi, un’inezia per la complessità della macchina), la partenza folgorante del 10 settembre e anche il can-can mediatico con televisioni che corrono da tutto il mondo, Google che ci dedica il logo e anche la follia del mega-buco-nero! E invece…
Una connessione elettrica tra magneti superconduttori, il gioiello tecnologico prodotto di venti anni di ricerca e spina dorsale della macchina, che va in circuito aperto. Una connessione dicevamo, una parte non particolarmente difficile, anche se deve far passare 13mila ampère (quanto basta per alimentare bene una cittadina) dissipando meno di una lampadina da notte si fuse generando un arco. Lo capimmo dopo, era – banalmente – malfatta e il difetto non era stato rivelato dai tre livelli di sistemi di controllo. Il guasto di per sé avrebbe danneggiato in modo grave solo i due magneti della connessione e ci avrebbe bloccato per almeno 4 mesi. Grave, si, ma non gravissimo: invece una serie di eventi imprevisti ha generato una salita vertiginosa di pressione dell’elio superfluido, il prezioso liquido che tiene i 27 km di magneti a -271 °C (ovvero molto più freddi dello spazio siderale). La pressione (circa cinque volte più elevata del previsto) ha spostato i magneti da 30 tonnellate l’uno in un effetto domino che ha coinvolto circa 700 m dell’acceleratore.
Ai primi ingegneri scesi nel tunnel dopo due giorni la linea dei magneti sembrava disastrata. Che cosa fare? L’incredulità era sui nostri volti. Per molti sembrava uno scacco senza rimedio. Non solo è stato difficile capire tutto l’accaduto (una “task force” di trenta fisici e ingegneri ci ha lavorato per quattro mesi), non solo era difficile a progetto completato prendere delle contromisure adeguate per prevenire simili incidenti, ma soprattutto angustiava la sensazione di essere schiacciato dallo sbaglio, dall’errore. Abituati a essere sempre ai primi posti della corsa tecnologica, a “vincere” sempre, si diventa un po’ presuntuosi, quasi arroganti. E la cosa che costa di più è ammettere, semplicemente, di essersi sbagliati. Sì, anche nelle nostre equazioni o macchinari più complessi progettati con sofisticati FEM e CAD (Finite Element Models e Computer Aided Design) c’è posto per l’errore. Ecco, per trovare l’energia per rinascere occorre partire da questa salutare ammissione: l’errore è possibile, anzi probabile in un sistema cosi complesso. Solo mettendolo in conto si può limitare il suo effetto. Insomma abbiamo re-imparato la lezione del Titanic. Con un vantaggio: colpiti ma non affondati, come nella vecchia battaglia navale, abbiamo potuto ripartire umilmente dal riconoscimento degli errori e, con un lavoro di squadra notevole, abbiamo intrapreso la lunga marcia della risalita, lavorando lungo tre direttrici principali:
- L’inventario dei danni: oltre 700 m ovvero 53 magneti da riportare alla superficie (dai 100 m sottoterra su cui si snodano i 27 km del tunnel); 39 da cambiare completamente, supporti criogenici da rifare, 5 km di tubo a alto vuoto da cambiare o ripulire a fondo nel tunnel; il rifacimento stesso del suolo del tunnel danneggiato.
- La rimozione delle parti danneggiate con un meticoloso lavoro per assicurare la sicurezza del personale, la preparazione dei magneti di riserva (che per fortuna e anche per sana previdenza erano sufficienti, nonostante l’incidente fosse stato del 500% più devastante dell’incidente ragionevolmente prevedibile), i test a freddo in superficie e la re-installazione dei magneti nel tunnel.
- La comprensione più esaustiva possibile delle cause e della dinamica dell’incidente e la messa in opera di tutte le misure per impedire questo e altri incidenti simili. Abbiamo installato un nuovo sistema di diagnostica circa tremila volte più sensibile e utilizziamo molto meglio il sistema che era già installato. Ora utilizziamo misure di precisione nell’elio superfluido, con una sensibilità di 0,01 °C su 100 metri di lunghezza. Non solo, ammaestrati dall’esperienza, abbiamo messo in opera anche misure per mitigare le conseguenze di nuovi possibili incidenti, come l’installazione di valvole di sicurezza e nuovi ancoraggi lungo i 27 km dell’anello: come dire che l’errore è sempre possibile, va messo in conto.
È proprio su questo vorrei porre l’accento: se l’errore, quindi il nostro limite, viene messo in conto come parte ineliminabile del nostro agire, allora le nostre energie sono libere per la costruzione, e questo rende meno sospettosi gli uni verso gli altri nella corsa a “smarcarsi” dalla colpa; tutto ciò permette quindi una dinamica di comune intento che veramente moltiplica le forze. E ciò ha permesso di non solo di risalire rapidamente la china (quando le previsioni di molti scettici raccontavano di due anni e più di stop) ma anche di far fronte alle conseguenze a lungo termine delle cause dell’incidente. La connessione fatta male è stata la spia di un design sbagliato che potrebbe funzionare solo se eseguito con una precisione impensabile su una serie di diecimila e con inevitabili pressioni logistiche e di tempo. Ora sappiamo che dobbiamo intervenire su molte altre connessioni in tutto l’anello prima che l’energia possa essere spinta al massimo.
Dopo l’avvio a fine novembre, a gennaio dovremmo essere al 50% dell’energia massima e poi potremo arrivare al 70%, che è comunque già cinque volte di più del record esistente, come a dire saremo subito in “terra incognita”. Ci metteremo un paio d’anni per arrivare al massimo dell’energia di collisione e, quando ci saremo, ci saranno certo altri problemi che ci terranno occupati: migliorare ancor più le prestazioni, aumentare la luminosità, cioè la potenza con cui si illuminano le zone oscure che andiamo a esplorare, e altro ancora..
Sono andato al Cern dall’Università di Milano nel 2001, proprio per condurre la progettazione e la costruzione dei magneti superconduttori: sette anni di lavoro duro ma un’avventura esaltante e umanamente appagante. Tuttavia, anche dirigere i lavori di riparazione e soprattutto motivare e tenere unito il team che ha condotto queste riparazioni è stata una vera esperienza. Quando ormai i team erano stati dimessi o ristrutturati, la loro ricostituzione su tempi brevissimi è stata altrettanto difficile del lavoro tecnico. Si tocca con mano che le motivazioni di corto respiro non tengono e l’entusiasmo artificiale della forza della volontà non regge. Solo la convinzione che niente è perduto, veramente, perché tutto ha un senso e uno scopo può trasformare una disavventura in una vera avventura, che senza bisogno di dimenticare una virgola della rabbia, della delusione, della fatica, ci sta facendo vivere l’entusiasmo della rinascita.
mercoledì 18 novembre 2009
Ricerca mostra la base genetica delle infezioni micotiche.
Per maggiori informazioni, visitare: New England Journal of Medicine: http://content.nejm.org/ Università Radboud di Nijmegen: http://www.ru.nl/english/ University College London: http://www.ucl.ac.uk/
ARTICOLI CORRELATI: 30197
Categoria: Risultati dei progettiFonte: New England Journal of Medicine (NEJM)Documenti di Riferimento: Ferwerda, B., et al. (2009) Human Dectin-1 deficiency and mucocutaneous fungal infections. New England Journal of Medicine. 361 (18): 1760. DOI 10.1056/NEJMoa0901053.Acronimi dei Programmi: MS-D C, MS-NL C, MS-UK C, FP6-MOBILITY, FP6-STRUCTURING, FRAMEWORK 6C-->Codici di Classificazione per Materia: Coordinamento, cooperazione; Scienze biologiche; Medicina, sanità; Ricerca scientifica
RCN: 31478
Verso la creazione di una piattaforma che consentirà di combattere in tempo reale le frodi telematiche.
Per maggiori informazioni, visitare: http://www.streamproject.eu/
ARTICOLI CORRELATI: 30493
Categoria: Risultati dei progettiFonte: Politecnico di MadridDocumenti di Riferimento: Sulla base di informazioni fornite dal Politecnico di MadridAcronimi dei Programmi: MS-E C, FP7, FP7-COOPERATION, FP7-ICT, FUTURE RESEARCH-->Codici di Classificazione per Materia: Automazione; Coordinamento, cooperazione; Aspetti economici; Applicazioni della tecnologia dell'informazione e della comunica; Tecnologie di rete
RCN: 31477
Un progetto tutto italiano per ideare e mettere a punto nuove tecnologie per l’esplorazione nello spazio.
Professor Cao, in cosa consiste esattamente il progetto?
In che modo ci si può procurare ossigeno sul pianeta rosso?
Come intendente procedere?
E quando arriveranno i test su Luna e Marte?
Chi altro partecipa al progetto?
martedì 17 novembre 2009
L’Efsa ha abbassato la dose massima giornaliera consentita per i coloranti artificiali E124, E104 ed E112.
L’Efsa ha rivalutato le Adi di questi additivi alimentari su richiesta della Commissione Europea. Uno studio dell’Università di Southampton, pubblicato sul Lancet nel 2007, ipotizzava infatti una correlazione tra l’iperattività infantile e l’assunzione della miscela di sei coloranti (oltre ai tre citati erano nella lista anche l’E102, l’E122 e l’E129) e del conservante benzoato di sodio, presenti in numerosi alimenti, soprattutto bevande, dessert e prodotti da forno. Alla luce delle nuove indagini da parte dell’Efsa, però, non sembrano esserci prove scientifiche che dimostrino l’associazione. I ricercatori hanno comunque trovato altre ragioni che richiedono l’abbassamento dei limiti almeno per E104, E124 ed E112. “Tenendo conto dei risultati di Southampton abbiamo rivalutato le soglie di accettabilità dei coloranti, ma non esistono dati che confermino il ruolo delle singole sostanze nell’insorgenza di disturbi del comportamento - ha dichiarato John Larsen, a capo dell’Efsa - e abbiamo diminuito l’Adi di tre di esse per motivi differenti da quello ipotizzato”.
I nuovi limiti sono stati determinati sulla base dei livelli di tossicità osservati negli animali da laboratorio in studi sugli effetti a lungo termine dei coloranti. In particolare, la dose massima di apporto per il colorante E104 è passata dal range 0-10 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (mg/kg bw/day) a un massimo di 0,5 perché la sostanza sembra compromettere la riproduzione e lo sviluppo della prole nei topi; l’E124 - la cui Adi è passata dal range 0-4 mg/kg bw/day a 0,7 - potrebbe essere invece connesso a disfunzioni renali di tipo non infiammatorio; l’adi di E112 è stata invece diminuita dal range 0-2,25 mg/kg bw/day a 1 (la soglia sarà mantenuta per un periodo di due anni a meno che nuovi studi non ne confermino la tossicità sull’apparato riproduttivo e sul fegato). (s.l.)
Fonte: Efsa
Virus HIV: una migliore comprensione del percorso infettivo della proteina Gag.
Per ulteriori informazioni, visitare: PLoS Pathogens: http://www.plospathogens.org/ HIV ACE: http://www.hiv-ace.eu/ Ludwig-Maximilians-Universität München: http://www.lmu.de
ARTICOLI CORRELATI: 30870, 31290
Categoria: Risultati dei progettiFonte: PLoS Pathogens; Ludwig-Maximilians-Universität MünchenDocumenti di Riferimento: Ivanchenko S et al. (2009) Dynamics of HIV-1 assembly and release. PLoS Pathog 5(11): e1000652. doi:10.1371/journal.ppat.1000652Acronimi dei Programmi: MS-D C, FP7, FP7-COOPERATION, FP7-HEALTH, FUTURE RESEARCH-->Codici di Classificazione per Materia: Coordinamento, cooperazione; Scienze biologiche; Medicina, sanità; Ricerca scientifica
RCN: 31471
Sviluppata nuova tecnologia a fibre ottiche plastiche.
Per maggiori informazioni, visitare: POLYCOM: http://www.fisi.polimi.it/polycom/ Risultati TIC: http://cordis.europa.eu/ictresults/
ARTICOLI CORRELATI: 28967, 31331
Categoria: Risultati dei progettiFonte: Risultati TICDocumenti di Riferimento: Sulla base di informazioni fornite da Risultati TICAcronimi dei Programmi: FP6-INTEGRATING, FP6-IST, FRAMEWORK 6C-->Codici di Classificazione per Materia: Coordinamento, cooperazione; Applicazioni della tecnologia dell'informazione e della comunica; Elaborazione dati, Sistemi di informazione; Innovazione, trasferimento di tecnologie; Tecnologia dei materiali ; Tecnologie di rete ; Ricerca scientifica
RCN: 31472
lunedì 16 novembre 2009
sabato 14 novembre 2009
Il Club Bilderberg: Video documentario di Alex Jones.
Il Gruppo Bilderberg (detto anche conferenza Bilderberg o club Bilderberg) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.[1]
Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi.[2] L'incontro del 2009 ha avuto luogo dal 14 al 16 maggio ad Atene in Grecia[3].
Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche ed anche oggetto di varie teorie del complotto. Il gruppo Bilderberg è stato a lungo sospettato, da alcuni, di essere una società segreta[4] di tipo massonico.
Il gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma prende questo nome solo nel 1954, quando il 29 maggio un gran numero di politici e uomini d'affari si riunì a Oosterbeek, in Olanda all'Hotel Bilderberg: da cui il nome di questa organizzazione. Da allora le riunioni sono state ripetute una o due volte all'anno. Un elenco parziale dei suoi membri è: Sofia di Grecia, Bernard Kouchner, David Rockefeller, Bernardo d'Olanda, Etienne Davignon (ex commissario europeo), Carlo d'Inghilterra, Juan Carlos di Spagna, Beatrice d'Olanda, Henry Kissinger.
Molti partecipanti al gruppo Bilderberg sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell'Unione Europea (anche l'ex presidente del Consiglio italiano Romano Prodi avrebbe partecipato a qualche meeting), ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana. Oggigiorno si distinguono i partecipanti in diverse categorie, ma principalmente in due: coloro che sono membri permanenti dell'organizzazione e coloro che possono essere invitati in via eccezionale come spettatori o relatori.[5] Tra i relatori ricorrenti ci sono alcuni giornalisti dell'Economist.[6] [7] [8] Il fatto contestato, grave per alcuni, è che non si sa cosa succede alle riunioni che restano riservate, nonostante vi partecipino esponenti che ricoprono cariche pubbliche di altissimo rilievo.[9]
Negli anni Cinquanta l'organizzazione conta un centinaio di membri, con l'obiettivo dichiarato di unire l'Occidente per contrastare l'espansione sovietica[senza fonte]. A questo scopo riunisce alcuni dei personaggi più influenti nei vari campi della politica economica e della finanza internazionale.
Nel maggio 2000, il Gruppo Bilderberg è stato definito, durante una discussione al Parlamento Europeo quale "gruppo di riflessione politica di tendenze decisamente conservatrici".[10]
Tra i promotori del gruppo, ci sono:
Bernhard van Lippe-Biesterfeld, presidente del Bilderberg fino a quando nel 1976 diede le dimissioni per lo scandalo di una tangente da 1,1 milioni di dollari dalla Lockheed Corporation per la vendita di aerei caccia all'aviazione olandese. Appartenente ad una nota famiglia ducale tedesca, è stato principe consorte dei Paesi Bassi, presidente del Worldwide Fund for Nature (WWF) dalla fondazione nel 1961 fino al 1971, ex affiliato al Partito Nazista (NSDAP) (tessera No. 2583009 del 1 maggio 1933) fino al suo matrimonio con la regina d'Olanda. Secondo le rivelazioni della rivista Newsweek del 5 aprile 1976, le attività di spionaggio di von Lippe a favore delle unità speciali delle SS (o Schutzstaffel) nella industria chimica IG Farbenindustrie (la stessa che fabbricò lo Zyklon-B, usato nelle camere a gas) sono documentate dalle testimonianze del Processo di Norimberga. Alla fine della guerra, in Olanda, si dice abbia partecipato alla resistenza e alla liberazione di Amsterdam. Nel dopoguerra assunse importanti posizioni nell'industria petrolifera, in particolare con la Royal Dutch Petroleum (Shell Oil) e nella Société Générale de Belgique.
Joseph Retinger, economista polacco, conosciuto come 'Sua Eminenza Grigia'.[senza fonte] Fu tra i fondatori e segretario generale fino al 1952 dell'United European Movement presieduto da Winston Churchill e finanziato dall'ACUE (American Committee for United Europe). La visione di Retinger era costruire un'Europa Unita per arrivare ad un Mondo unito in pace, guidato da Organizzazioni Sovranazionali che avrebbero garantito più stabilità ai singoli governi nazionali. Nonostante le frammentarie informazioni riguardanti le origini del Gruppo Bilderberg, sembrerebbe sia stato Retinger il principale promotore delle conferenze. Su suo suggerimento, von Lippe prese contatti con l'amministrazione Truman e, con maggiore successo, con quella Eisenhower, nelle persone del gen. Walter Bedell Smith (allora direttore della CIA) e C. D. Jackson. Il coinvolgimento nel progetto della famiglia Rockefeller, proprietaria della Standard Oil, concorrente della Royal Dutch Petroleum di von Lippe influenzò molto il carattere del gruppo Bilderberg. Da allora, le sue riunioni riflettono in gran parte gli interessi dell'industria petrolifera.
Alla prima riunione che ebbe luogo dal 29 al 31 maggio 1954 presso l'Hotel Bilderberg di Oosterbeek (in Olanda), presero parte circa un centinaio tra banchieri, politici, universitari, funzionari internazionali. Pare che figurassero tra queste personalità [11]: i Capi del governo belga e italiano Paul van Zeeland e Alcide De Gasperi, Denis Healey e Hugh Gaitskell del Partito Laburista inglese, Robert Boothby del Partito Conservatore.
Secondo i giornalisti che presenziarono alle riunioni del gruppo, dopo il 1976 alla presidenza subentrò David Rockefeller, membro fondatore della Commissione Trilaterale, membro della Commissione Bancaria Internazionale, presidente del Council on Foreign Relations, membro del Club di Roma e di numerose altre organizzazioni internazionali.
Altri membri di spicco dell'organizzazione sono o sono stati: Giovanni Agnelli; Donald Rumsfeld; Peter Sutherland, irlandese, ex commissario di Unione Europea e presidente di Goldman Sachs e di British-Petroleum; Paul Wolfowitz ex presidente della Banca Mondiale; Roger Boothe. L'attuale presidente del gruppo è Etienne Davignon.
Tra i personaggi presenti alla riunione del 1999 venivano citati dal Corriere della Sera: Umberto Agnelli, Henry Kissinger, Mario Monti.
Due terzi dei membri dell'assemblea sarebbero americani. Al vertice di Stresa del 2004 si contarono 33 delegati americani e 16 italiani (seconda rappresentanza più numerosa). I partecipanti sono tenuti a non parlare né di quanto detto nelle riunioni né della loro presenza. Come per la Trilaterale, è nota la lista di una parte dei membri, riconosciuti da giornalisti che sono venuti a conoscenza ed hanno seguito i vari vertici del Bilderberg.
La riservatezza degli incontri del Bilderberg è rimasta relativamente intatta fino a che nel Parlamento europeo, nelle ultime settimane del 2004, non è salito alla ribalta il caso Diamandouros. Nell'occasione della rielezione del greco Nikiforos Diamandouros nella carica di mediatore europeo, il cosiddetto ombudsman, fu contestata l'appartenenza di Diamandouros al Gruppo Bilderberg: «Questa potentissima lobby mira a conquistare posizioni nelle istituzioni dell'Unione Europea a vantaggio dei suoi membri ed è strutturata con il meccanismo della segretezza quale obbligo assoluto dei membri. Chi vuol essere mediatore Europeo non può vantare la partecipazione come membro di una lobby. Diamandouros ha persino partecipato ad una apposita conferenza Bilderberg come membro, mentre era Ombudsman greco» (intervento di Giuseppe Fortunato). [12]
Uno degli ultimi meeting è avvenuto dall'8 all'11 giugno 2006 a Kanata in Ontario (nei pressi di Ottawa) presso il Brookstreet Hotel, chiuso al pubblico per l'occasione. Un comunicato stampa ufficiale ha spiegato che i temi dell'incontro erano “le relazioni euro-americane, l'energia, la Russia, l'Iran, il Medio Oriente, l'Asia, il terrorismo e l'immigrazione”.
Tra i partecipanti David Rockefeller, Henry Kissinger, la regina Beatrice d'Olanda, Richard Perle, i dirigenti della Federal Reserve Bank, di Credit Suisse e della Rothschild Europe (il vicepresidente Franco Bernabè), delle compagnie petrolifere Shell, BP e Eni (Paolo Scaroni), della Coca Cola, della Philips, della Unilever, di Time Warner, di AoL, della Tyssen-Krupp, di Fiat (il vicepresidente John Elkann) i direttori e corrispondenti del Times di Londra, del Wall Street Journal, del Financial Times, dell'International Herald Tribune, di Le Figarò, del Globe and Mail, del Die Zeit, rappresentanti della NATO, dell'ONU, della Banca Mondiale e della UE, economisti e molti ministri dei governi occidentali.
Le misure di sicurezza sono state imponenti, e tutta la zona era presidiata. Alex Jones, impegnato a girare un documentario sul Gruppo Bilderberg, è stato identificato e arrestato dalla polizia appena sbarcato all'aeroporto di Ottawa, rilasciato solo dopo interrogatorio. James Tucker sostiene che al meeting ci sia stata una forte frattura fra la compagine americana favorevole alla guerra in Iran e la fazione europea che invece era contraria alla soluzione militare. Tra le altre cose si sarebbe stabilito il prezzo del greggio sui 70 dollari al barile.[13] Alla riunione del 2006 hanno partecipato, tra gli altri, gli italiani:
Franco Bernabè, Amministratore delegato di Telecom Italia
John Elkann, Vice presidente Fiat S.p.A.
Mario Monti, Presidente Università Commerciale Luigi Bocconi
Tommaso Padoa Schioppa, Ministro delle Finanze
Paolo Scaroni, CEO, Eni S.p.A.
Giulio Tremonti, Vice presidente della Camera dei Deputati
Tra il 31 maggio ed il 3 giugno 2007 il meeting si è tenuto a Istanbul (Turchia). A questo incontro hanno partecipato i seguenti membri italiani:
Franco Bernabè, Amministratore delegato di Telecom Italia
John Elkann, Vice presidente Fiat S.p.A.
Mario Monti, Presidente Università Commerciale Luigi Bocconi
Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro delle Finanze
Giulio Tremonti, Vice Presidente della Camera dei Deputati